INTERVISTA A MASSIMO SEPPOLONI,
FABBRO MEDIEVALE
A partire dal primo terzo del XIII secolo, c’è un’accresciuta tendenza verso la clericalizzazione della vestizione del Cavaliere e nel volume “La cavalleria medievale” di Jean Flori (Ed. il Mulino) viene ampiamente trattato questo aspetto e per averne un’idea più precisa riportiamo un passo di questa descrizione:
“Numerosi autori di origine ecclesiastica tentano, in opere didascaliche e poetiche, di offrire un’interpretazione allegorica, etica e spiritualizzante dei vari aspetti di questa cerimonia. E’ il caso di un poema composto verso il 1230 o il 1250, l’Ordene de Chevalerie, che racconta di come il principe mussulmano Saladino pretese che il suo prigioniero cristiano Hue de Tabarie lo facesse cavaliere, spiegandogli il significato dei rituali della vestizione. Dal bagno, paragonato al battesimo, il cavaliere deve uscire “senza villania”; poi lo si corica su un letto, volendo con questo significare che, attraverso la cavalleria, egli deve “conquistare un letto in paradiso”; il lino sottile simboleggia la purezza che deve conservare, la porpora il sangue che dovrà versare per difendere Dio e la fede cristiana; la cintura bianca deve allontanarlo da ogni lussuria, mentre le brache nere evocano la terra alla quale ritornerà, conducendolo a rifuggire dall’orgoglio; gli speroni simboleggiano il coraggio e l’ardore necessari per servire Dio; la spada, la rettitudine e la lealtà che devono indurlo a difendere il povero e il debole affinchè il ricco e il potente non possano fargli torto. Quanto alla collata,essa ha la funzione di ricordargli colui che l’ha armato.” (pag. 37)
L’oggetto che maggiormente si identifica con il Cavaliere è sicuramente rappresentato dalla spada, intorno a cui si sono costruite molte storie e leggende giunte fino a noi, tanto che qualche tempo fa alla redazione di Medioevoinumbria è arrivata una lettera di un giovane:
“…La mia ragazza è un’appassionata di giochi di ruolo medievali e più volte mi ha manifestato il desiderio di forgiare una spada vera così come si faceva un tempo, esperienza che lei ritiene mistica. Sta di fatto che cerco una bottega di fabbro o una festa medievale per realizzare il sogno della mia ragazza.”
Abbiamo colto l’occasione per incontrare Massimo Seppoloni in arte Fortebraccio, un giovane fabbro di Corciano che ha fatto del Medioevo la sua passione, e gli abbiamo girato la richiesta.
Risposta: Senza dubbio gli appassionati del medioevo o di giochi di ruolo medievali, sono molto sensibili a tutto ciò che c’è di mistico nel mestiere del fabbro e nel medioevo in genere, ma in realtà apprendere le tecniche che rendono una spada “invincibile” sono tutt’altro che semplici e di facile apprendimento. Occorrono anni solo per imparare a battere il martello sull’incudine. La tecnica di creazione della spada da combattimento è molto complicata. Non ci si può svegliare un giorno e decidere di forgiare una lama, sarebbe troppo bello ma non è fattibile.
Pochissimi fabbri oggi giorno riproducono spade come un tempo ed è molto difficile trovarli al lavoro in feste medioevali, sia perché bisognerebbe spostare l’intero laboratorio, sia perchè certi “segreti” non possono essere svelati a chiunque.
Domanda: Ma sa dare una sua interpretazione a questo tipo di richieste e di comportamenti?
Risposta: L’alone di mistero che si è creato nel tempo intorno ai fabbri è senza dubbio fondato, in quanto le tecniche di lavorazione e di tempra di tutte le lame da combattimento venivano tramandate di padre in figlio. Un piccolo esempio. Per quanto riguarda la tempra dell’acciaio , alcuni raccontano che si potevano ottenere lame invincibili, immergendole incandescenti, in catini contenenti acqua mista ad urine, sangue e liquido amniotico; oppure in acqua e pelli di vari animali, o altri, addirittura trafiggendo il corpo di uno schiavo.
Tutto questo lascia capire quanto ci sia di fantasia, mistero e leggenda nel lavoro del fabbro, colui che custodisce il segreto dell’acciaio, il materiale necessario per fabbricare lame da combattimento indistruttibili.
Domanda: Invece, da dove nasce questa sua passione per le armi del Medioevo?
Risposta: La mia passione per il medioevo nasce sin dall’infanzia.
Sono nato e cresciuto a Corciano, in un ambiente ricco di artigianato e di storia. Tutto questo insieme alla manifestazione storica dell’Agosto Corcianese mi ha sollecitato allo studio e all’applicazione dell’archeologia sperimentale, cioè alla ricostruzione di oggetti, armi, Elmi ed accessori dell’epoca medioevale e non solo. Lavoro in un piccolo laboratorio alle porte di Corciano e tutto quello che è antico e fatto a mano mi interessa al punto tale di fare ricerche su iconografie, dipinti e codici in maniera da essere il piu’ possibile vicino all’originale.
Domanda: Qual è l’oggetto a cui Lei è più affezionato?
Risposta: Non ci sono oggetti ai quali sono piu’ affezionato in quanto tutti sono creati alla stessa maniera, con lo stesso impegno e passione, con la stessa ricerca e la stessa meticolosita’. Sarebbe come chiedere ad un padre quale figlio sia il preferito. Tutti sono preferiti alla stessa maniera.
Domanda: E quello che Le ha dato più soddisfazioni, sia di critica che di pubblico?
Risposta: Fose quello che mi ha dato più soddisfazione è il Martello da guerra detto anche Azza.
Quest’arma da fanteria (usata anche da cavalieri appiedati) è poco conosciuta dal grande pubblico e poterla toccare dà un senso di invincibilità e di potere. La spada rimane sempre la riproduzione più richiesta ma ormai in giro se ne vedono veramente tante, sia di buona che di pessima fattura. Il Martello è interamente lavorato in forgia seguendo le antiche tecniche e il pubblico, sia profano che quello esperto, questo lo nota.
Domanda: Come si organizza quando fa delle dimostrazioni in pubblico?
Risposta: In tutte le uscite che faccio sono accompagnato da Luca Rossi, un ragazzo che condivide la mia passione ed al quale cerco di insegnare il poco che conosco. Siamo disponibili ad essere presenti in manifestazioni medievali, purché tengano conto del lavoro di ricostruzione storica e non solo di commercio. In manifestazione facciamo dimostrazioni di lavorazione di maglia di ferro, a partire dalla creazione dell’anello all’ intreccio e della battitura a freddo di Umboni, Elmi e corazze su stampi in legno.
A cura di Rolando Boco