Osimo si erige sopra una cresta di colline,da cui si dominano le circostanti valli.
La sua storia dura da più di ventidue secoli, l’origine della città andrebbe collocata tra il VII e il VI secolo a.C. con la penetrazione verso l’interno della regione dei colonizzatori greco-siculi, secondo il Colucci il termine Osimo, da Auximum andrebbe interpretato come l’ampliamento della colonia anconetana.
Qualche secolo dopo, in ragione della sua collocazione strategica, è luogo di scontri tra le prime popolazioni storiche della zona, i Piceni e i Celti, che muovevano dalla pianura padana, scontri che faranno alleare i Piceni con i romani, dei quali ne diventeranno poi una colonia 270 a.C.
Dell’impianto romano restano oggi poche tracce le Fonte Magna, e i due assi ordinatori del sistema viario; abbondano invece i reperti della vita civile, iscrizioni, statue, sarcofagi.
Nel 539 d.C. Osimo si distinse dalle altre colonie romane per aver resistito ad un assedio durato sette mesi contro le truppe dell’esercito bizantino agli ordini di Belisario.
Con le cosidette donazioni carolingie al Papa, Osimo entra nell’orbita pontificia, mentre nel 1110 si dichiara libero Comune.
Durante il 1300 si da l’avvio alla costruzione della cinta murata, per la citta è un periodo questo di espansione territoriale con fermenti di attività economiche e di vita mai conosciute prima.
Alla fine di questo secolo Osimo viene infeudata ai Malatesta di Rimini fino al 1430, per garantire la stabilità interna nel ‘500 verranno rinnovati gli Statuti, che estendono il potere alle famiglie della classe aristocratica ognuna delle quali ha l’obbligo di contribuire alla costruzione di opere pubbliche; obbligo che durerà fino allo stato unitario e che spiega come in altre città delle marche lo straordinario fiorire di edifici nobiliari.
Dal ‘700 fino all’inizio di questo secolo è caratterizzata da una forte divisione sociale, che si estingurà in questi ultimi anni, grazie all’opera di modernizzazione che ha coinvolto tutta l’Italia.
Da vedere:
La Fonte Magna è un’antica costruzione romana, teatro di scontri fra Bizantini e Goti.
La Porta di San Giacomo sono i resti della più antica porta della città.
La piazza del Comune e la via dell’Antica Rocca che sale lungo il colle del Gomero.
Il Duomo dell’VIII-XII secolo in stile romanico-gotico, che custodisce nella cripta (opera di Mastro Filippo, XII secolo), le spoglie dei Santi Martiri osimani: San Sisinio, San Fiorenzo, San Diocleziano e San Massimo; le tombe di San Leopardo, primo vescovo di Osimo (IV-V secolo), di San Vitaliano, di San Benvenuto e dei Santi Vittore e Corona. Pregevole il paliotto dell’altare maggiore della cripta.
Il Battistero degli inizi del XVII secolo con uno splendido fonte battesimale opera di Pier Paolo e Tarquinio Jacometti di Recanati. Soffitto a cassettoni di Antonio Sarti di Jesi.
Il Museo diocesano, inaugurato nel novembre del 1998, nel palazzo attiguo ex episcopio. Costruito non solo con criteri storico-artistici, ma anche con lo scopo di narrare la vicenda di fede della comunità cristiana osimana attraverso la testimonianza delle opere d’arte esposte. Si elencano gli autori di alcune opere: Lazzarini (reliquiario e lamina di San Leopardo), Pietro di Domenico da Montepulciano (polittico), Pietro Vannini (croce processionale), G.B. Franco, detto Semolei (polittico), G. Siciolante, detto Semolei (Madonna con Bambino), G. Klontzas (trittico), Simone De Magistris (Madonna e Santi), Lorenzo Bernini (reliquiario della Santa Croce), G.D. Lombardi (Santi Vittore e Corona).
La piazza San Filippo dove sorge l’omonima chiesa in stile barocco, ed il Palazzo ex Acqua.
Il Palazzo comunale progettato da Pompeo Floriani da San Severino e terminato attorno il XVII secolo; contiene un polittico del Vivarini ed un’antica testa di marmo dell’età romana.
Il Palazzo Campana la cui facciata si deve ad Andrea Vici.
Il Palazzo Gallo di età barocca, sede ora della Cassa di Risparmio, ha all’interno affreschi del Pomarancio.
La basilica di San Giuseppe da Copertino, già San Francesco, del 1234.
La chiesa di San Marco, dove è custodita una Madonna del Rosario del Guercino, e un San Nicolò del 1100.
La biblioteca e l’archivio storico che custodisce il “Libro Rosso”, documenti cittadini dal XI al XII secolo, gli statuti, i catasti e gli atti del consiglio fino allo stato Unitario.
Il Teatro la nuova Fenice. L’edificio fu costruito una prima volta, tra il 1773 e il 1785 su progetto di Cosimo Morelli (1733-1812). Abbattuto nel 1885, per ragioni statiche, venne rifatto tra il 1887 e il 1892, su disegno di Gaetano Canedi (1836-1889). Sede di importanti stagioni liriche e di prosa, rappresentazioni di concerti, balletti, oggi splende come un tempo.
Il Santuario della Madonna di Campocavallo situato a circa tre chilometri da Osimo in direzione sud; la chiesa, in laterizio, di stile neo-gotico lombardo, fu costruita su progetto dell’osimano Costantino Costantini nel 1893 e consacrata nel 1905. È dedicata alla Vergine Addolorata in seguito ad un prodigio avvenuto nel 1892.