Le corporazioni, che nel Medioevo si chiamavano piuttosto Arti o Mestieri, o nei paesi germanici Gilde, rappresentano la forma di organizzazione del lavoro più consueta nelle città dell’Europa occidentale, a partire dalla prima età comunale e fino a tutto l’Antico Regime; non si tratta dunque di un fenomeno tipicamente medievale, anche se i primi secoli della loro esistenza sono di solito i più studiati. La corporazione è in sostanza l’associazione di tutti coloro che in una data città esercitano lo stesso commercio o lo stesso mestiere; ma non s’intende di apprendisti e salariati, i quali non hanno alcuna parte nell’organizzazione corporativa, bensì solamente dei padroni. La corporazione è soggetta al controllo dell’autorità politica, sia quella del comune o del principe, ma è a sua volta incaricata di regolamentare l’esercizio del traffico, del commercio o del mestiere, in condizioni di monopolio; vale a dire che nessuno, senza essere iscritto all’Arte, può esercitare un’attività. La corporazione stabilisce in piena autonomia prezzi, salari e condizioni di lavoro, consentendo a mercanti e artigiani sia di manodopera, cui è negato il diritto di associazione e di sciopero. Non tutte le corporazioni, evidentemente, hanno eguale prestigio; quelle che riuniscono lanaioli, mercanti, banchieri, giudici, notai (conosciute a Firenze come “Arti maggiori”) hanno maggior peso rispetto a quelle dei mestieri artigianali (“Arti minori”).
In alcuni casi, fra cui quello fiorentino è il più studiato, le corporazioni e in particolare le Arti maggiori sono integrate nell’organizzazione amministrativa del comune, e fra Due e Trecento giungono almeno teoricamente a dominarlo, nominando direttamente i massimi magistrati cittadini; un esito che sancisce il predominio dei più ricchi mercanti e uomini d’affari, con consenso della maggioranza dei negozianti e artigiani, a scapito tanto dell’aristocrazia militare quanto del proletariato urbano. In seguito il venir meno delle libertà urbane metterà fine al ruolo politico delle corporazioni, che tuttavia continueranno ancora per secoli, in Italia come altrove, a regolamentare la vita economica del mondo urbano.
Da: “Dizionario del Medioevo” di Barbero Frugoni – Editori Laterza.