Ordine religioso mendicante fondato da San Francesco (1178 circa-1226), il cui nome ufficiale, in segno di umiltà, è di frati Minori. Nel progetto di Francesco i frati dovevano vivere in completa povertà, senza possedere nulla né in comune né a titolo personale, privi di ripari stabili, vivendo del lavoro delle loro mani, poveri fra poveri. Non dovevano chiedere alcun privilegio alla Chiesa né dedicarsi allo studio; il loro ruolo era d’essere un esempio per condotta di vita, condividendo i disagi degli emarginati, fra cui i lebbrosi, esortando a seguire i precetti del Vangelo, rivolgendo l’invito anche agli infedeli per cercare di convertirli, ma senza piegarli con alcuna costrizione; al contrario, in caso di insuccesso bisognava essere pronti al martirio. Il ricorso alla questua era previsto soltanto come fatto eccezionale; ben presto esso si trasformò al contrario in un elemento fondante, dando vita al concetto stesso di ordine mendicante.
Francesco era un laico e laici la maggior parte dei frati dei primi tempi, mentre in seguito avvenne una sempre più massiccia clericalizzazione; tanto che dei Francescani, come San Bonaventura, Matteo d’Acquasparta, Ruggero Bacone e Duns Scoto, occuparono cattedre nelle prestigiose università di Parigi e di Oxford.
L’approvazione ufficiale dell’Ordine
L’ordine ebbe una prima approvazione orale nel 1210 da Innocenzo III e un’approvazione ufficiale da Onorio III nel 1223. Proprio perché c’era stata un’approvazione orale Francesco poté mantenere la propria regola, che veniva così ad affiancarsi a quelle antiche di Basilio, Benedetto ed Agostino, non contraddicendo al divieto del IV Concilio Lateranense del 1215, che proibiva l’adozione di nuove regole. Soprattutto dopo la morte di Francesco si fece però sempre più difficile l’equilibrio fra le prescrizioni della regola, pensata per un gruppo di poche persone, e il successo straordinario dell’ordine, con la quantità di compiti ad esso affidati in conseguenza. Fu soprattutto la questione della povertà e dell’interpretazione da dare alla regola e al testamento di Francesco (ai quali, secondo il santo, i frati erano giuridicamente tenuti ad attenersi) a creare le maggiori lacerazioni. Gregorio IX in un tentativo pacificatore, con la bolla Quo elongati del 1230 era intervenuto a togliere valore giuridico al testamento, istituendo nel contempo la figura dei nunzi (poi detti sindaci) per ricevere le offerte dei benefattori e amministrarle. Tuttavia i contrasti sulla questione della povertà non si appianarono e portarono alla contrapposizione fra i frati più moderati, che ritenevano non incompatibile il possesso di beni da parte dell’ordine, e i rigoristi che volevano l’osservanza più stretta del voto di povertà, nei singoli e nella comunità.
Inutile fu il tentativo di Niccolò III che con la bolla Exiit qui seminat, del 1279, per difendere i Mendicanti dagli attacchi del clero secolare, ricorreva all’espediente dell’usus pauper: era cioè consentito ai frati l’uso ma non il possesso dei beni, di cui la Chiesa evocava a sé la proprietà. I frati che condividevano questa interpretazione della regola si dissero Conventuali, gli altri, che erano invece contrari anche a questa forma di possesso indiretto, presero il nome di Spirituali, almeno a partire da Clemente V (morto nel 1314). Dalla metà del XIV secolo, dopo la repressione delle frange estreme del movimento spirituale, detto dei Fraticelli, coloro che continuavano a propugnare un’interpretazione rigorosa della regola, pur senza entrare in urto con l’autorità ecclesiastica, presero il nome di Osservanti; al movimento dell’Osservanza diedero grande prestigio l’adesione di San Bernardino da Siena, San Giovanni da Capestrano e San Giacomo della Marca, tanto che gli Osservanti finirono per prendere il sopravvento sui Conventuali. Più tardi dagli Osservanti della Marca d’Ancona si staccarono i Cappuccini, per desideri di un rigore maggiore e di una più decisa fedeltà alle origini; essi si aggiunsero agli Osservanti e ai Conventuali come la terza e ultima in ordine di tempo delle famiglie autonome del primo ordine di San Francesco, e vennero approvati da Clemente VII con la bolla Religosis zelus del 3 luglio del 1528. L’ordine, perciò , si compone ora di tre famiglie: ordine dei frati semplicemente Minori (Ordo fratrum minorum, O.F.M.); ordine dei frati Minori Conventuali (Ordo fratrum minorum conventualium, O.F.M. Conv.) e ordine dei frati Minori Cappuccini (Ordo fratrum minorum Cappuccinorum, O.F.M. Cap.). Il secondo ordine è quello delle Clarisse, il terzo quello dei cosiddetti terziari.
L’organizzazione dell’Ordine
I Francescani sono distribuiti in province, con a capo il ministro provinciale eletto dal capitolo provinciale; le province sono suddivise in custodie, a loro volta suddivise in conventi cui è preposto il guardiano. Capo dei Francescani é il ministro generale, eletto dal capitolo generale. Francesco aveva scelto per i suoi frati un abito al di fuori della tradizione monastica, rispondente soltanto alla prescrizione evangelica di povertà : i frati professi ricevevano una tonaca senza cappuccio ed un’altra con cappuccio, rafforzata al massimo con della stoffa di sacco – una veste simile a quella indossata dai contadini e dai poveri – trattenuta da un cingolo fermato da nodi, e delle brache; solo in caso di necessità erano previsti calzari. quindi all’inizio il color fu molto variabile, con tutte le sfumature del marrone e del grigio. Oggigiorno i Minori Conventuali indossano il saio nero e le scarpe, i Minori il saio marrone e i sandali senza calze; i Cappuccini si diversificano dai Minori per il fatto che hanno il cappuccio più lungo ed aguzzo e le cuciture a vista, inoltre portano la barba. L’abito di tutte e tre le famiglie è stretto dal cingolo di corda con tre nodi.
Storia dell’Ordine Francescano