Felice è venerato come martire e vescovo di Massa Martana, ma l’esistenza stessa della diocesi e soprattutto l’identità del Santo non sono provate. La tardiva Passio ha infatti caratteri comuni con quella di altri santi dallo stesso nome.
Secondo la leggenda Felice fu arrestato dal prefetto Tarquinio durante la persecuzione di Diocleziano e Massimiano. Rifiutatosi di abiurare, venne dapprima fustigato, poi inutilmente sottoposto al martirio dell’olio bollente e della graticola e infine decapitato dal carnefice Sevibo il 30 ottobre dell’anno 306.
L’abbazia sarebbe sorta sul luogo della sua sepoltura. Ancor oggi è viva la pratica devozionale secondo la quale, passando sotto il sarcofago del santo, elevato di circa mezzo metro da terra, si guarirebbe dal male alle ossa.
Inoltre all’interno del chiostro vi è un vasto ciclo di affreschi (sec. XVII) che narrano alcuni momenti della vita di San Felice.