“Guercio ma non poltrone” Ascanio della Corgna fu sicuramente uno dei personaggi più noti nell’ Europa nel 1500. Specializzato in architettura ed ingegneria militare, maestro d’armi, di torneo ed imbattuto spadaccino, umanista e mecenate, fra il 1536 ed il 1571, anno in cui morì, prese parte a quasi tutte le guerre di quel periodo, combattendo sotto diverse ed a volte opposte bandiere, secondo lo stile medievale dei capitani di ventura. La sveltezza della sua mano nel maneggiare la spada era così nota che ben tremila persone si misero in viaggio da Roma, Firenze, Siena e Perugia per assistere al suo duello contro Giannetto Taddei, reo di insubordinazione nei suoi confronti, duello che fu registrato per iscritto in ogni sua mossa ed immortalato nella sala più importante del Palazzo. Catturato dai senesi a Chiusi, per il suo trasferimento a Porto Ercole furono impegnati 1000 fanti e 100 cavalieri, e malgrado questo non erano tranquilli nell’ospitare un prigioniero così importante, tanto che fu “regalato” al Re di Francia, che naturalmente si affrettò a liberarlo. Era diventato talmente famoso che alla sua morte i funerali solenni decretati dal Papa durarono nove giorni: dopo i primi quattro, durante i quali la salma fu esposta pubblicamente a Roma, il feretro iniziò il suo viaggio di tre giorni verso Perugia, e fu ordinato che suonassero tutte le campane delle chiese incontrate lungo la strada ed ai Vescovi di Narni e Todi di andargli incontro.
A Perugia poi la bara fu portata a spalla per tutti i rioni della città da sacerdoti e nobili, che si dettero il cambio venti volte prima di depositarla nella Cappella dei Della Corgna nella Chiesa di San Francesco, dove tutt’ora riposa. Ascanio era nato il 31 luglio 1514 da una delle piu’ antiche ed importanti famiglie perugine, originaria del nord del Trasimeno, ed a soli 21 anni cominciò la sua prestigiosa carriera militare che in breve tempo lo vide arrivare al grado massimo di Maestro di Campo Generale, comandante cioè di tutte
le fanterie, e questo sia nella guerra fra Stato Pontificio e Regno di Napoli, dove costrinse il papa alla capitolazione, che al Gran Soccorso di Malta assediata dai Turchi, fino al suo ultimo capolavoro, la Battaglia di Lepanto, nella quale fu lui a preparare il piano di attacco e lo schieramento delle navi, e che comunque, per i disagi subiti in mare, gli costò la vita. Grazie allo zio materno, Gian Maria Ciocchi del Monte, eletto nel 1550 papa con il nome di Giulio III, fu Governatore di Roma e Signore dello Stato di Castiglione, territorio del quale, nel 1563, diventò marchese. Le sue imprese militari sono narrate nei grandi pannelli della Sala dell’Investitura, detta anche “delle Gesta di Ascanio”, nel Palazzo che lui stesso fece costruire.
Fonte: www.castiglionedellago.it