La brezza vespertina guidava il variopinto aliante lungo il corso sinuoso del “biondo Tevere” che lambiva le terre prospicienti i paesi dell’Amerino. Da lassù si presentava uno spettacolo variegato di tinte dal rinomato verde della flora umbra al rosso dei tetti di cotto che di volta in volta facevano capolino tra gli alberi. Così si delineava un percorso insolito per le guide turistiche conosciute; si delineava il percorso tra le località che come in uno scrigno custodiscono veri tesori d’arte, le bellezze delle piccole cittadine dell’Amerino. Bisogna scendere a terra, planare per ricostruire quel paesaggio davanti ai nostri occhi ed iniziare a svelare, uno ad uno, in una serie di articoli-flash, i segreti tesori di Lugnano in Teverina. Vi si giunge da un ampio parco, dopo aver percorso una strada panoramica, ed è lì, arroccato che attende che si salga, a piedi, per una strada tra vecchie case, piccoli cortili, fino ad entrare attraverso la Porta Medioevale, che con la sua merlatura ricorda l’esistenza d’un castello, nella cinta delle mura della “Terra di Lugnano“.
Alla fine della strada, ci si incanta!
Vecchie mura, una piazzetta rettangolare, giunti al centro della quale bisogna voltarsi per scoprire la facciata della splendida Collegiata gioiello di stile romanico del XII secolo, ricca di decorazioni e particolarmente impreziosita da un portico aggiunto nel 1230 con una volta sorretta da colonnine, al di sopra un rosone, posto tra due bifore, importante per il disegno a doppia ruota; la facciata termina, in alto, con un piccolo rosone circondato da sette tazze di ceramica.
Davanti a tale bellezza, bisogna astenersi dal desiderio di entrare ad ammirare altre armoniose opere che decorano l’interno, fino al prossimo appuntamento con chi scrive, ma dedicarsi al borgo medioevale, una lunga strada con importanti palazzetti tutti in stile medioevale ed ampi, pittoreschi scorci, tra cui fa spicco, tra le tante, la Torre Palommara sulla quale è visibile una colomba in pietra, bianca che ricorda lo scampato pericolo da parte della popolazione quando furono avvertiti dell’invasione del nemico, dal volo dei torriciani. Soffermandosi sul palazzo Farnese-Ridolfi, chiamato Pennone, come il Pennone di una nave, si scopre che la caratteristica dell’edificio non è soltanto la sua mole imponente quanto la galleria che taglia in due l’edificio, oggi restaurato ed adibito a edificio Comunale…..
Annamaria Vagge – Associazione il Leccio di Giove (TR)