La Chiesa
La chiesa di San Cristoforo sorge sui resti di un imponente arco, già ubicato sulla sommità del colle di Corciano.
Questo antico monumento, del quale sono ancora visibili alcune pietre all’interno e all’esterno dell’edificio sacro, è mirabilmente ritratto nel celebre Gonfalone di Benedetto Bonfigli (1472) conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta e citato in molti documenti. La costruzione della chiesa venne principiata a partire a partire dal 1537 per la volontà della confraternita del santissimo sacramento che precedentemente si era unita all’ospedale di Santa Maria del Borgo e ne aveva incamerato i beni.
Dopo varie vicissitudini ed accrescimenti (1711 erezione della sacrestia; 1772 ingrandimento della chiesa e realizzazione dell’annessa casa fraternale), dal 1974 ospita il museo della Pievania.
Il Museo della Pievania
La raccolta è oggi intitolata a Giuseppe Laudati (1669-1737), pittore Corcianese molto operoso nella comunità natale e del quale si conservano qui numerose testimonianze. Pitture, sculture, arredi sacri, oggetti liturgici e devozionali commissionati dagli antichi corcianesi e creati da abili maestri per impreziosire i luoghi di culto dell’intero territorio plebanale (chiese conventuali, fraternali, ecc.),
insieme ad attestazioni documentarie, costituiscono la raccolta, piccola, ma al tempo stesso preziosa.
Giuseppe Laudati
Discendente da un’importante famiglia di Corciano che nel 1606 ottenne la cittadinanza perugina, nacque e venne battezzato nella pieve di Santa Maria Assunta il 14 aprile 1669.
Pittore di salda formazione accademica (a Perugia fu allievo di Pietro Montanini), studiando nella Roma del tardo Seicento con Carlo Malatta, fece sue le caratteristiche più tipiche del linguaggio classicista e tardobarocco, proponendo eleganti anatomie e solide costruzioni architettoniche, in un tono pacato e rasserenatore. Tornato a Perugia, diffuse questa maniera, grazie alla numerose importanti committenze che ricevette, proponendo una pittura composta, elegante ed aggraziata, ma non per questo meno profonda e ricca di significati teologici e tanto più fedele alle disposizioni della chiesa romana.
Per Corciano realizzò ben diciassette opere, dodici ancora esistenti, otto qui esposte ed altre conservate nella Resistenza comunale, nelle chiese di San Francesco, di Santa Maria del Serraglio e nella parrocchiale di San Bartolomeo di Migiana.
Le sculture
Il museo conserva interessanti manufatti di Romano Alberti detto Nero di Sansepolcro (1485 circa – post 1562).
Intagliatore della celebre famiglia degli Alberti, creò un prodotto per suo natura seriale, come quello delle statue in cartapesta (o cartone romano) connaturandolo di un gusto eternalizzante, fuori dal tempo, erede di una lunga tradizione devozional-popolare, che a Corciano aveva già creato i suoi capolavori, (ad esempio la pala per l’assunta di Perugino per la chiesa parrocchiale), e che continuerà a perpetuarsi per creare identiche atmosfere delle quali è partecipe, a pieno titolo, anche la statua, qui esposta, di San Michele Arcangelo, patrono di Corciano.
Gli arredi liturgici
La collezione è impreziosita da numerosi arredi liturgici di spiccato valore storico-artistico.
Tra le oreficerie, degni di nota, sono la croce della metà del Quattrocento, che ad eco tardogotiche unisce inflessioni del primo Rinascimento perugino e il Reliquiario della Santa Croce, forgiato nella bottega dei Roscetto, autori del celebre reliquiario del santo Anello, della cattedrale di Perugia e fautori nei primi anni del secolo XVI, del rinnovamento in chiave rinascimentale dell’arte orafa nell’augusta città.
Tra i parati liturgici si segnalano i due Ostensori a raggiera, il calice con teste di cherubini (XVII-XVIII) il Turibolo con Navicella (fine XVII, primi XVIII secolo) e il curioso altarino per la comunione ai malati del XVIII secolo.
Gli oggetti devozionali
L’aspetto devozionale è sottolineato dai reliquiari, da quelli ad Angelo, di sapore zuccaresco (XVI-XVIII secolo) e, ancora, agli interessanti Busti del XVII secolo, tutti di ottima fattura ed in eccellente stato di conservazione.
Fanno parte della serie degli oggetti devozionali il cristo il Cristo deposto del 1747-48 in cartapesta, esposta nella grande nicchia sotto l’altare – suo luogo d’origine- il Gesù bambino del XIX secolo, della stessa materia, e la preziosa coperta del cristo morto, manifattura locale del broccato d’oro, con pizzi a filo dorato del XVII, tra gli esemplari più belli giunti sino a noi.
I documenti
L’archivio parrocchiale di Corciano, dal quale provengono le attestazioni qui esposte, conserva materiale documentario di grande interesse storico. Tra gli esemplari qui consegnati si segnalano le copie ottocentesche fatte redigere dal pievano Tiranti del Contratto tra la comunità corcianese e il pittore Pietro Vannucci per la realizzazione della Pala dell’Assunta (1512) e della bolla Grimani del 1537, trascritta a caso del cattivo stato di conservazione dell’originale, custodito in parrocchia.
Questo documento, di enorme importanza, sanciva di fatto, l’unione tra la confraternita del santissimo Sacramento e dell’ospedale del Borgo che dette il via alla nascita della chiesa di San Cristoforo. Sono esposti, inoltre, preziosi registri, delle Entrate e delle uscite, dell’ospedale di Santa Maria (del Borgo) iniziati nel 1531 e nel 1541 – nei quali è possibile ripercorrere tutte le vicende costruttive e decorative della chiesa di San Cristoforo; il registro dei Morti sepolti di San Francesco nel 1598 – che contiene importanti informazioni della chiesa francescana: un Autografo di Giuseppe Laudati (1707) nel quale dichiara di aver ricevuto dalla confraternita di San Giuseppe il compenso di otto fiorini per la realizzazione di due paliotti, qui esposti ; un Contabile del XV secolo; l’importantissima Relazione dello stato del monastero di S. Agostino di Corciano del 1651 che venne stesa dai frati in occasione che si ritratta di volere levare il convento l’anno 1652, sorte subita dall’altro convento corcianese di San Francesco; un interessante palinsesto con riutilizzo di corale del XV secolo, preziosi inventari, e molto altro ancora.
Il deposito
L’annessa sacrestia ospita una seria di manufatti e una nutrita documentazione ordinatamente disposti su espositori e fruibili dai visitatori. Sono qui conservati manifesti originali, stampe, fotografie d’epoca, disegni, paramenti sacri, croci astilli, statuette, corone di statue, timbri, medaglie commemorative, reliquie di santi ed ex voto ancora una volta attestanti il ruolo centrale rivestito dalla pieve di Corciano, dai suoi tre conventi (Sant’Agostino, San Francesco e San Nicola, distrutto nel Settecento) e dalla sue numerose confraternite, ieri come oggi.
Le Pitture
Il viaggio all’interno della raccolta si apre sotto la protezione della Madonna della Misericordia dipinta nel 1543, posta in alto nella parete di controfacciata, che sotto il suo manto accoglie visitatori e turisti.
Due serie di affreschi della seconda metà del Trecento e del tardo Quattrocento (Bernardino di Lorenzo), in alto alle pareti della prima campata, si affacciano nella chiesa a memoria dell’antica ubicazione nella facciata laterale della chiesa parrocchiale prospiciente la piazza del comune (oggi piazza Coratino).
La preziosa serie degli oli del seicento, tipica espressione del linguaggio devozionale, più colto e raffinato nel caso della Sant’Agnese e della Madonna del latte, di carattere privato e con influssi veneti con l’Ecce homo e di sapore squisitamente popolare nella madonna e santi carmelitani apre la strada alle numerose tele del corcianese Giuseppe Laudati.
Altre opere del Settecento e dell’Ottocento chiudono la sezione pittorica.
Il Museo della Pievania riaperto dopo un nuovo allestimento il 3 agosto 2007, si deve alla volontà, all’impegno e all’amore per i capolavori di Corciano, di Don Franco Pulcinelli, scomparso il 15 aprile 2008.
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