Spesso nel dibattito culturale si usa apostrofare criticamente uno specifico comportamento con: “ … stiamo tornando al Medioevo !!” e così chiudiamo il discorso ed anche ogni possibile ulteriore confronto con il nostro interlocutore. A mettere in crisi questo tipo di atteggiamento è arrivato il libro di Maurizio Pallante con il titolo “Monasteri del terzo millennio” .
Ma chi è Maurizio Pallante?
Laureato in lettere, è stato dapprima insegnante e preside. Ha poi svolto attività di ricerca e divulgazione scientifica sui rapporti tra ecologia, tecnologia ed economia, con particolare riferimento alle tecnologie ambientali. Nel 1988,è stato tra i fondatori del Comitato per l’uso razionale dell’energia (CURE). Successivamente, è stato consulente per il Ministero dell’Ambiente riguardo all’efficienza energetica. Nel 2007 è stato il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, di cui è leader.
I Monasteri del terzo millennio
Pallante propone quindi di analizzare i principi su cui era organizzata la vita monastica, per vedere se possa offrire qualche indicazione utile ad affrontare le maggiori difficoltà che caratterizzano la fase attuale della storia. I monasteri dal punto di vista economico e produttivo erano strutture tendenzialmente autosufficienti. “Monasteri del terzo millennio” offre un contributo particolarmente stimolante alla discussione sul “nostro modello di sviluppo” di oggi. Esprime posizioni molto radicali, tratteggia un’analisi severa della fase in cui ci troviamo a vivere ed offre una soluzione, indica una strada facendo esplicito riferimento al modello dei monasteri benedettini di millecinquecento anni fa, perché abbiamo “ … identificato il ben-essere col tanto-avere, la qualità con la quantità, la ricchezza col denaro, il lavoro con l’occupazione (…) Questa narrazione del mondo è stata così totalizzante che chi non si è uniformato ai valori che promuoveva è stato considerato un disadattato, destinato a rimanere ai margini della storia.” (pag. 110)
Comunità per scelta
Questa “… crisi dell’economia della crescita ha indotto un numero sempre maggiore di persone a rivalutare i rapporti comunitari. In particolare ci si domanda se sia possibile ricostruire delle comunità per scelta, in grado di superare il limite di fondo delle comunità tradizionali … il bisogno di realizzare forme di vita alternative.” (pag. 81) E proprio a questo punto dell’analisi “ oggi, a mille e cinquecento anni di distanza dalla stesura della regola benedettina, l’esperienza monastica è ancora viva. Ha attraversato fasi alterne, come era inevitabile.(…) E, ovunque, la dimensione spirituale continua ad essere nutrita da un lavoro finalizzato all’ autoproduzione e da rapporti interpersonali fondati sul dono e la reciprocità. (…) La ricerca di una vita più autentica non è mai un atto di egoismo, di chiusura in se stessi. “ (pag. 94)
Soltanto una domanda
Il punto di vista di Maurizio Pallante suscita molti interrogativi, ad esempio uno: nella realtà attuale dei mercati dove tutto è interdipendente, come è possibile ritagliarsi uno spazio con regole di funzionamento completamente diverse?
(Rolando Boco)
Maurizio Pallate,
Monasteri del terzo millennio,
Lindau Ed., pagg. 169, Torino, 2013, euro 13,00