Jean Flori con questo testo apre una serie di “scatole” rimaste forse volutamente chiuse per impedire l’avvicinamento alla verità storica rispetto ad uno dei temi maggiormente celebrati del medioevo: ebbene sì, proprio la Cavalleria!
Il libro mette ben in evidenza l’indebolimento nel periodo medioevale della nozione di stato e come tale situazione “…conduce alla privatizzazione della funzione pubblica e al rafforzamento del carattere aristocratico della funzione militare. (…) la militia acquisisce allora connotazioni sociali che l’avvicinano al vassallaggio, alla feudalità, alla nobiltà, senza tuttavia che si possa confonderla con nessuna di queste nozioni.” (Pag. 155)
I Cavalieri “…provenienti dalla frange inferiori dell’aristocrazia o da ambienti ancora più umili, approfittano dell’assenza di una forte autorità pubblica per imporre alle popolazioni contadine, con la forza delle armi e dei diritti consuetudinari, tasse ed esazioni che riscuotono da queste persone inermi in nome dei signori conti e dei castellani. (…) formando in tal modo una nuova classe sociale, quella dei cavalieri, i milites.” (Pag.8)
Molto interessante l’evoluzione dell’atteggiamento della Chiesa nei confronti della cavalleria: prima dell’inizio dell’XI secolo, la Chiesa non si interessa particolarmente ai cavalieri, e soltanto dal XII secolo inizierà a dargli un valore con la “vestizione” del Cavaliere.
Questo perché “…la Chiesa prende atto, con un certo ritardo, dell’esistenza di schiere di armati che sfuggono in gran parte all’autorità dei principi e rivolgendosi singolarmente a ciascun cavaliere la Chiesa rileva l’apparire di una coscienza individuale che, sebbene ancora fortemente vincolata alle strutture vassallatiche e di lignaggio, comincia nondimeno a manifestarsi. (…) la Chiesa tenta di prendere in mano i destini della società occidentale e in particolare di controllarne e dirigerne le forze vive, tra cui appunto la cavalleria… la Chiesa si sforza di porre la cavalleria al proprio servizio e di installarvi i propri valori.” (pag.36)
“La Crociata segna il punto culminante del tentativo del papa di mettere la cavalleria al servizio della Chiesa… ed il termine ultimo di una rivoluzione dottrinaria durata un millennio: l’uso delle armi, dapprima rifiutato, poi ammesso come ripiego macchiato dal peccato e necessitante di purificazioni e penitenze, diventa a sua volta penitenza.” (pag. 110) Che non consiste “nel recarsi senz’armi quali pellegrini e penitenti a Gerusalemme, ma nell’utilizzare invece queste armi contro il nemico designato della cristianità, i saraceni, i mussulmani, assimilati ai pagani dell’antichità e demonizzati a loro immagine.” (pag. 110)
a cura di Rolando Boco
La Cavalleria Medievale
Jean Flori Edizione originale: Le chevalerie, Paris, Editions Gisserot, 1998
Società Editrice Il Mulino, Bologna (www.mulino.it)
€ 10,50