L’autore, ex-docente di storia d’arte antica presso L’Università Italiana per Stranieri di Perugia, con questa opera si propone di dare ampia diffusione alla visione profetica di Gioacchino da Fiore, racchiusa nelle sculture di San Rufino.
Il libro introduce il lettore ad interessanti sistemi di decodificazione dell’immagine allegorica e ai paradigmi del sistema ermeneutico medievale.
L’ originalità di Assisi
La facciata della Chiesa di San Rufino in Assisi,(…) in questa terra di confine, di scontro e mediazione fra Impero e Papato.(…) Ci introduce in una ricerca dell’equilibrio fra potere temporale e spirituale in cui la facciata della cattedrale divenne il simbolo rivelatore. (…) non è affatto casuale, che sul finire del XII secolo e per tutto il XIII, Assisi, ancor più della stessa Roma, si trovi al centro di un immane disegno del destino e divenga uno dei massimi punti focali del rinnovamento del mondo occidentale.
In fondo è lo stesso meccanismo, non ancora sufficientemente affrontato, che porta Assisi a liberarsi da ogni giogo, e la fa diventare una specie di città santuario sul modello orientale delle mitiche Lasa e Benares, da una parte, e una specie di zona franca dell’aspro scontro politico dall’altra, il luogo ideale d’origine della nuova arte gotica, della nuova politica comunale e della nuova Chiesa con in primo piano la mistica gioachimita prefrancescana e quella del francescanesimo.
Sulla facciata di San Rufino trova spazio la nuova geniale e ispirata visione delle scritture di Gioacchino, che annuncia per la prima volta nell’arte e nel mondo dei simplices e dei rudes l’avvento della Età dello Spirito. (…) Molti studiosi hanno affermato che la concezione escatologica di Gioacchino ha avuto un’incidenza storica immensa ed è all’origine di una delle più grandi rivoluzioni spirituali del Medioevo, in quanto, attraverso i moti riformatori dei Gioachimiti, che ad essa si ispirarono, portò al superamento del feuidalesimo della Chiesa medievale ed influenzò anche molte concezioni sociali e politiche dei tempi nuovi fino ad alcuni movimenti riformatori moderni. Il fondamentale aspetto innovativo, quello storicamente più concretizzato, riguarda proprio il superamento nella coscienza medievale dell’ angoscia escatologica. (pag. 15)
Il Duomo di San Rufino
La metodologia usata nell’indagine grafica (…) qui ad Assisi dalle relazioni geometriche evidenziate dal nostro schema, emerge chiaramente che non è usato solo il quadrato per organizzare il dimensionamento delle varie strutture architettoniche.
Appare evidente che trattasi di soluzioni più avanzate, basate come si vedrà su raffinati calcoli proporzionali riferiti a una unità di misura modulare costituita dalla larghezza costante della protome i cui multipli vengono riportati sulle aste metalliche che servono per misurare i conci nel cantiere.
A San Rufino è il triangolo isoscele, che ha per base l’estensione totale del cornicione costituito da 52 protomi, ad avere il ruolo fondante dell’intera facciata (…)
Nel cornicione la misura della distanza fra due protomi è uguale alla larghezza della protome e si ripete uguale nelle 51 formelle quadrate che si alternano alle protomi con scolpita una rosa a otto petali ad eccezione della seconda da sinistra dove c’è un fiore a tre petali: Questa ordinata e regolare successione di elementi di misura uguale per tutta l’estensione del cornicione, dimostra che
si può assumere la protome come unità di misura di tutta la facciata, ossia essa è il modulo che per nostra comodità chiameremo protome ed è stato usato dal progettista per indicare ai marmorari e agli artefici dei conci e delle sculture, le misure di tutti i dettagli architettonici. (pag. 122)
“Gioacchino da Fiore e le sculture del Duomo di Assisi”
di Franco Prosperi
Dimensione Grafica Editrice, Spello (PG), 2003
pagg. 367; Euro 20
dg@dimensiomegrafica.com