Hanno iniziato la loro avventura coltivando spezie e ricercando gli usi d’un tempo. Poi Daniela Stucchi, naturopata, appassionata di arte culinaria e in particolare dell’utilizzo delle spezie di Montjovet, e l’amica Cristina Faccini di Donnas, hanno deciso di puntare su un nuovo prodotto, un vino medievale. È nato così il Claretum, vinificato secondo un’antica ricetta medievale della fine del 1400, ritrovata in documenti conservati ad Aosta.
Stucchi, anche aspirante sommelier e cultrice del buon vino, è appassionata di storia romana e medievale. «Ma non quella ufficiale che si studia a scuola – dice – ma da un punto di vista enogastronomico». La passione per le spezie e per la storia l’ha portata a ricercare e a trovare in documenti valdostani originali del XV secolo, la ricetta del Claretum, vino medievale speziato. E da lì a ricrearlo il passo è stato breve. «Tutto è nato quasi per caso – aggiunge -. Su invito di Cristina Faccini, ho contribuito all’apertura di una cantina alla veillà di Sant’Orso di Donnas. Volevo preparare un prodotto coerente con lo splendido borgo medievale di Donnas. Cosa c’era di meglio di un vino preparato secondo una ricetta medievale? E così è stato. È piaciuto subito, tanto che, l’anno dopo, ancora alla veillà di Donnas, l’ho riproposto. Tanti mi chiedevano se era in vendita e allora mi sono organizzata».
Il Claretum è stato presentato per la prima volta alla fiera di Sant’Orso 2016 di Donnas. «Ho scelto la fiera di Donnas innanzitutto perché da lì è partita l’idea, ma non solo: Sant’Orso è all’origine di questo vino medievale. Infatti il Claretum, citato in documenti della fine 1400, veniva preparato in occasione delle grandi festività e servito a inizio e fine pasto ai canonici di Sant’Orso il cui priore era Giorgio di Challant. Ecco perché il nome per esteso è “Claretum Sancti Ursi: Claretum di Sant’Orso”» aggiunge Stucchi. Il vino liquoroso, dall’aspetto cristallino e dal colore giallo dorato, con un finale amarognolo caratterizzato dalla cannella, è un ottimo aperitivo, ma può essere gustato come vino da dessert o da meditazione. «Nel Medioevo veniva servito a inizio e fine pasto – dice ancora Stucchi -. Ancora oggi il Claretum, servito fresco con un po’ di ghiaccio, è ottimo come aperitivo per accompagnare formaggi erborinati quali gorgonzola, Bleu d’Aoste, Fontina, ma anche cioccolato fondente, dolci a base di farina di castagne, noci e uvetta».
Può inoltre essere un ingrediente originale per i cocktail e molti chef hanno cominciato ad utilizzare Claretum nelle loro ricette di cucina. «Stiamo partecipando a rievocazioni storiche in tutto il Nordovest d’Italia per far conoscere questo vino medievale anche fuori dalla Valle d’Aosta e riceviamo molti apprezzamenti» dice ancora Stucchi. E proprio questo successo ha indotto Le Speziali, questo il nome che si sono date le due giovani intraprendenti, a programmare il futuro. «Quest’anno abbiamo dato a un esperto vigneron il compito di vinificare – conclude Stucchi – Visto che piace e si vende bene, abbiamo deciso che il prossimo anno vinificheremo noi. Sarà una nuova avventura».
di Daniela Giachino
da “La Stampa” del 28 giugno 2016