“Una vera valanga di documenti sta di fronte a chi scrive la vita di Federico: i testi delle due cancellerie, la imperiale e la pontificia, le vite dei papi contemporanei, le storie delle città con le quali Federico entrò in guerra o strinse alleanze, e poi lettere di principi e notabili, resoconti di differente qualità e provenienza che mescolano talvolta alla cronaca dei fatti elementi di evidente invenzione e raccolgono dicerie, maldicenze o al contrario adulazioni smaccatamente cortigiane … A tutto ciò si aggiungono le fonti letterarie, come i racconti del Novellino e le altre parole di Dante che prolungano e fissano la fama del sovrano della “Magna Curia” …
La figura di Federico ha attirato in modo straordinario l’attenzione, affascinata o inorridita, dei suoi contemporanei e di coloro che vivessero subito dopo il grande Svevo. (…) Resta ancora invece da fare in parte la ricostruzione delle relazioni e del confronto tra Federico e il suo mondo, quel cinquantennio a cavallo fra i due secoli, il XII e il XIII, in cui l’ Europa apre gradualmente le sue città e le sue scuole a un “sapere nuovo“, a maestri che insegnano “con nuovi modi e nuove ragioni nuove discipline“, a una visione del mondo naturale ed etico che cambia lo stile della vita collettiva e individuale.
La vicenda di Federico imperatore e re di Sicilia va vista nel quadro di questa cultura, che è innanzitutto filosofia naturale, etica e politica. Fortunatamente oggi una biografia può giovarsi degli studi specialisti che dal 1994, in occasione degli ottocento anni dalla nascita dell’imperatore, si sono moltiplicati soprattutto a proposito delle idee scientifiche, giuridiche, letterarie e artistiche che circolavano nel mondo di Federico, con risultati che in quantità e qualità sembrano aver superato le ricerche precedenti. (…)”
Dalla Premessa dell’autrice Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri
Federico II – Ragione e Fortuna
di
Editori Laterza, 2006, pag. 297