“Luci d’Umbria” Un libro di paesaggi e immagini di Alvaro Tacchini
“Luci d’Umbria”
Un libro di paesaggi e immagini
di Alvaro Tacchini
Un libro di paesaggi e immagini
di Alvaro Tacchini
La raccolta di paesaggi Alta Valle del Tevere. Paesaggi che, insieme agli amici fotoamatori Enrico Milanesi e Dante Renzacci, mi accingo a presentare per i tipi di Petruzzi Editore, corona un prolungato lavoro di ricerca.
Essa ci ha visto percorrere in lungo e in largo la nostra terra, alla ricerca degli scorci più lirici e suggestivi. Il volume, infatti, non si pone espliciti intenti documentari: vien da sé che abbiamo cercato di illustrare la valle nel suo complesso, però il nostro intento era soprattutto di coglierne la straordinaria bellezza nel fluire delle stagioni, nei momenti della giornata in cui si manifestano condizioni di luce che riscaldano i colori o che evocano particolari atmosfere.
Proprio lavorando a questo progetto ci siamo innamorati ancor più della nostra valle. Di tutta: dalMonte Fumaiolo a nord all’Umbertidese a sud, da Volterrano e Caprese a ovest, a Scalocchio ePietralunga a est. Infatti sono stati anche per noi una scoperta i tanti “tesori” che la compongono, spesso nascosti a chi indugia negli itinerari tradizionali o, peggio, ai pigri che non si spostano mai di casa.
Si pensi, tanto per dare un esempio, ai castelli, alle torri fortificate o ai vecchi castra rurali trasformatisi poi in ville signorili o in piccoli agglomerati rurali. Vi invitiamo davvero a visitare Mignano, rannicchiato su un colle nell’entroterra di Pieve Santo Stefano; la stupenda rete fortificata dell’Anghiarese, con Pianettole (un gioiello!), Galbino, la Barbolana, Montauto, Verazzano, Toppole e Sorci; e ancora, nelle valli tifernati alla destra del Tevere, Petrelle, Petriolo, San Biagio a Colle; e, nell’Umbertidese, retaggi fortificati del passato come Montalto, Romeggio, Migianella, Santa Giuliana, Polgeto, Serra Partucci, Civitella Ranieri; inoltre Rocca d’Aries presso Montone e lo sperduto Montevalentino nell’Appennino verso Pietralunga; per finire con Reschio, Sorbello, Pierle e Antognolla, nella valle del Niccone e nel territorio confinante con Perugia.
Un insieme straordinario di luoghi cosiddetti “minori” ma di grande fascino, ciascuno con una sua peculiarità, una sua natura attorno che sembra volerlo pennellare con colori tutti suoi; un insieme che costituisce la degna cornice di antichi borghi fortificati altotiberini ormai di grande richiamo, come Anghiari, Caprese, Citerna, Monterchi, Montone e Monte Santa Maria Tiberina. Il tutto a pochi minuti di macchina o, per chi ama la salutare fatica, meta possibile di un giro in bicicletta o di una passeggiata.
Quello fatto è solo un esempio, naturalmente, che comunque ben si sposa con il passato feudale della nostra terra. Un passato però anche di eccelsa spiritualità, che rimanda agli eremi di Montecasale, di Montecorona, di Cerbaiolo, di Buonriposo. E un passato nel quale la vita urbana si è costantemente sviluppata nella fertile vallata e lungo il suo Tevere. Con le nostre foto ci siamo soffermati soprattutto sui profili dei centri urbani che, con i loro campanili, le torri e le cupole, emergono dalle coltivazioni che li circondano o si stagliano sullo sfondo delle alture altotiberine.
In questi ultimi anni si sta affermando una identità altotiberina che, oltre ogni vetusto campanilismo, accomuna umbri e toscani e permette a ciascuna cittadina di sentirsi parte di un insieme economico, sociale e culturale che non soffoca, ma dà forza a ogni specificità. Noi speriamo che il nostro lavoro contribuisca a valorizzare ulteriormente la valle, sia al di fuori di essa, sia rafforzando il senso di appartenenza di chi ci vive. Il libro ovviamente mostra l’Alta Valle del Tevere nella sua veste migliore. Non ci sfuggono le brutture che anche da noi punteggiano il paesaggio, come certi insediamenti periferici e industriali o tante piccole ferite inferte dall’uomo, più o meno consapevolmente.
Speriamo che in un futuro assai prossimo si avvii una seria riflessione sul nostro ambiente, sulle battaglie purtroppo già perdute e sui rischi che ancora sta correndo; da un punto di vista fotografico, abbiamo molto da documentare in tal senso… Il modo politico e noi tutti dobbiamo capire che salvaguardare la bellezza dell’Alta Valle del Tevere significa non soltanto garantirci un migliore ambiente di vita, ma avviarsi verso nuovi orizzonti di sviluppo, nei quali economia, cultura, ecologia e turismo trovano le giuste sinergie.
Essa ci ha visto percorrere in lungo e in largo la nostra terra, alla ricerca degli scorci più lirici e suggestivi. Il volume, infatti, non si pone espliciti intenti documentari: vien da sé che abbiamo cercato di illustrare la valle nel suo complesso, però il nostro intento era soprattutto di coglierne la straordinaria bellezza nel fluire delle stagioni, nei momenti della giornata in cui si manifestano condizioni di luce che riscaldano i colori o che evocano particolari atmosfere.
Proprio lavorando a questo progetto ci siamo innamorati ancor più della nostra valle. Di tutta: dalMonte Fumaiolo a nord all’Umbertidese a sud, da Volterrano e Caprese a ovest, a Scalocchio ePietralunga a est. Infatti sono stati anche per noi una scoperta i tanti “tesori” che la compongono, spesso nascosti a chi indugia negli itinerari tradizionali o, peggio, ai pigri che non si spostano mai di casa.
Si pensi, tanto per dare un esempio, ai castelli, alle torri fortificate o ai vecchi castra rurali trasformatisi poi in ville signorili o in piccoli agglomerati rurali. Vi invitiamo davvero a visitare Mignano, rannicchiato su un colle nell’entroterra di Pieve Santo Stefano; la stupenda rete fortificata dell’Anghiarese, con Pianettole (un gioiello!), Galbino, la Barbolana, Montauto, Verazzano, Toppole e Sorci; e ancora, nelle valli tifernati alla destra del Tevere, Petrelle, Petriolo, San Biagio a Colle; e, nell’Umbertidese, retaggi fortificati del passato come Montalto, Romeggio, Migianella, Santa Giuliana, Polgeto, Serra Partucci, Civitella Ranieri; inoltre Rocca d’Aries presso Montone e lo sperduto Montevalentino nell’Appennino verso Pietralunga; per finire con Reschio, Sorbello, Pierle e Antognolla, nella valle del Niccone e nel territorio confinante con Perugia.
Un insieme straordinario di luoghi cosiddetti “minori” ma di grande fascino, ciascuno con una sua peculiarità, una sua natura attorno che sembra volerlo pennellare con colori tutti suoi; un insieme che costituisce la degna cornice di antichi borghi fortificati altotiberini ormai di grande richiamo, come Anghiari, Caprese, Citerna, Monterchi, Montone e Monte Santa Maria Tiberina. Il tutto a pochi minuti di macchina o, per chi ama la salutare fatica, meta possibile di un giro in bicicletta o di una passeggiata.
Quello fatto è solo un esempio, naturalmente, che comunque ben si sposa con il passato feudale della nostra terra. Un passato però anche di eccelsa spiritualità, che rimanda agli eremi di Montecasale, di Montecorona, di Cerbaiolo, di Buonriposo. E un passato nel quale la vita urbana si è costantemente sviluppata nella fertile vallata e lungo il suo Tevere. Con le nostre foto ci siamo soffermati soprattutto sui profili dei centri urbani che, con i loro campanili, le torri e le cupole, emergono dalle coltivazioni che li circondano o si stagliano sullo sfondo delle alture altotiberine.
In questi ultimi anni si sta affermando una identità altotiberina che, oltre ogni vetusto campanilismo, accomuna umbri e toscani e permette a ciascuna cittadina di sentirsi parte di un insieme economico, sociale e culturale che non soffoca, ma dà forza a ogni specificità. Noi speriamo che il nostro lavoro contribuisca a valorizzare ulteriormente la valle, sia al di fuori di essa, sia rafforzando il senso di appartenenza di chi ci vive. Il libro ovviamente mostra l’Alta Valle del Tevere nella sua veste migliore. Non ci sfuggono le brutture che anche da noi punteggiano il paesaggio, come certi insediamenti periferici e industriali o tante piccole ferite inferte dall’uomo, più o meno consapevolmente.
Speriamo che in un futuro assai prossimo si avvii una seria riflessione sul nostro ambiente, sulle battaglie purtroppo già perdute e sui rischi che ancora sta correndo; da un punto di vista fotografico, abbiamo molto da documentare in tal senso… Il modo politico e noi tutti dobbiamo capire che salvaguardare la bellezza dell’Alta Valle del Tevere significa non soltanto garantirci un migliore ambiente di vita, ma avviarsi verso nuovi orizzonti di sviluppo, nei quali economia, cultura, ecologia e turismo trovano le giuste sinergie.
Enrico Milanesi, Dante Renzacci, Alvaro Tacchini, Alta Valle del Tevere.
Paesaggi, editore Petruzzi
Viaggi / Siria
Tratto da: www.altrapagina.it