Celeste patrono principale dell’intera Europa.
Alla fine del V sec. l’Impero Romano, già da tempo in crisi per lotte interne e per la pressione dei popoli barbari che ne occupano il territorio, cessa formalmente di esistere e l’Italia e Roma piombano in una situazione di povertà e insicurezza di fronte alle nuove popolazioni che si istallano con i loro re, le armi e le loro tradizioni culturali. In questo periodo anche una città ed una provincia, lontana ed isolata fra i monti come Norcia, risente dei cambiamenti violenti che accadono a Roma. Da secoli municipium romanum, l’antica Nursia ha conservato fedelmente le istituzioni pubbliche e religiose di Roma; da poco aveva accolto il cristianesimo che però già dava frutti maturi di una civiltà che, innestandosi su quella romana, appariva più equa ed aperta alle attese delle persone. A Norcia nascono Benedetto e sua sorella gemella Scolastica nell’anno 480. Gregorio Magno, il primo biografo di S.Benedetto, dedica al santo nursino l’intero libro secondo dei Dialoghi e, attingendo da fonti e testimonianze di prima mano, scrive una singolare storia senza la preoccupazione scientifica dello storico moderno, ma con l’ammirazione incantata del discepolo che ricorda i fatti importanti e prodigiosi della vita del maestro.
La famiglia di Benedetto apparteneva alla borghesia provinciale che abitualmente forniva i funzionari alle amministrazioni pubbliche. I genitori avviarono i ragazzi agli studi classici. Dopo la scuola primaria, Benedetto fu inviato a Roma per continuare gli studi, probabilmente in vista della carriera amministrativa tradizionale. Ma a Roma ebbe una grande delusione, al punto di decidere di abbandonare studi e prospettive di carriera e di ripensare completamente la propria vita. Certo, in questo momento gli tornarono alla mente gli eremiti di Norcia e della Valle Castoriana e gli sembrò possibile tentare anche lui tale esperienza che appariva davvero liberante. Benedetto si allontanò quindi da Roma ed intorno al 500 arrivò a Subiaco. E’ il tempo del deserto, quando tutto deve tacere perchè possa parlare Dio al cuore.
Poi si avvicina, perchè richiesto, all’esperienza di alcuni monaci di Vicovaro che volevano rinnovarsi secondo i pricipi di Benedetto. Ma fu un’ esperienza breve e Benedetto iniziò a questo punto l’opera del fondatore di un nuovo monachesimo che, riprendendo l’esperienza monastica orientale, apporta alcune novità, come quella di collegare diversi monasteri in una struttura centralizzata che, finchè potrà, guiderà personalmente curando in maniera diretta la formazione dei giovani novizi. . Benedetto però continua la sua ricerca e si dirige verso sud attraversando la Ciociaria, fino ad arrivare alla rocca di Cassino, posta su un alto colle con ai piedi la valle del Garigiano e, lontano, il Mar Tirreno. La data tradizionale dell’arrivo a Cassino viene fissata al 529. Cassino costituisce l’era della maturità nel progetto monastico di Benedetto che abbandona definitivamente le forme del monachesimo orientale ed individua una propria originale proposta.Dallo speco sull’ Aniene alle fondazioni sublacensi fino all’esperienza cassinese, con la scelta cenobitica ancora più marcata, e con un nuovo e più forte equilibrio fra vita attiva e contemoplativa che permette al monaco anche un apostolato diretto nella società.
Benedetto muore il 21 marzo dell’anno 547, poco dopo la conquista di Roma da parte di Totila. Papa Paolo VI, il 24 ottobre 1964, proclama San Benedetto, patrono principale dell’Europa.
La famiglia di Benedetto apparteneva alla borghesia provinciale che abitualmente forniva i funzionari alle amministrazioni pubbliche. I genitori avviarono i ragazzi agli studi classici. Dopo la scuola primaria, Benedetto fu inviato a Roma per continuare gli studi, probabilmente in vista della carriera amministrativa tradizionale. Ma a Roma ebbe una grande delusione, al punto di decidere di abbandonare studi e prospettive di carriera e di ripensare completamente la propria vita. Certo, in questo momento gli tornarono alla mente gli eremiti di Norcia e della Valle Castoriana e gli sembrò possibile tentare anche lui tale esperienza che appariva davvero liberante. Benedetto si allontanò quindi da Roma ed intorno al 500 arrivò a Subiaco. E’ il tempo del deserto, quando tutto deve tacere perchè possa parlare Dio al cuore.
Poi si avvicina, perchè richiesto, all’esperienza di alcuni monaci di Vicovaro che volevano rinnovarsi secondo i pricipi di Benedetto. Ma fu un’ esperienza breve e Benedetto iniziò a questo punto l’opera del fondatore di un nuovo monachesimo che, riprendendo l’esperienza monastica orientale, apporta alcune novità, come quella di collegare diversi monasteri in una struttura centralizzata che, finchè potrà, guiderà personalmente curando in maniera diretta la formazione dei giovani novizi. . Benedetto però continua la sua ricerca e si dirige verso sud attraversando la Ciociaria, fino ad arrivare alla rocca di Cassino, posta su un alto colle con ai piedi la valle del Garigiano e, lontano, il Mar Tirreno. La data tradizionale dell’arrivo a Cassino viene fissata al 529. Cassino costituisce l’era della maturità nel progetto monastico di Benedetto che abbandona definitivamente le forme del monachesimo orientale ed individua una propria originale proposta.Dallo speco sull’ Aniene alle fondazioni sublacensi fino all’esperienza cassinese, con la scelta cenobitica ancora più marcata, e con un nuovo e più forte equilibrio fra vita attiva e contemoplativa che permette al monaco anche un apostolato diretto nella società.
Benedetto muore il 21 marzo dell’anno 547, poco dopo la conquista di Roma da parte di Totila. Papa Paolo VI, il 24 ottobre 1964, proclama San Benedetto, patrono principale dell’Europa.