L’affresco sul gruppo dei flagellanti testimonia la centralità dell’Ordine cavalleresco nella vita religiosa del tempo. I monaci nel 1280 amministravano beni e terre in alto Lazio e Toscana. Svolgevano anche assistenza e apostolato. La chiesa di San Bevignate nel quartiere Monteluce di Perugia sta per diventare un importante centro di documentazione per la storia dei Templari in Europa. Non si poteva scegliere una sede migliore di questa per documentare la presenza sul continente dell’Ordine dei monaci guerrieri, difensori del Tempio di Gerusalemme e dei Cristiani in Palestina. I Templari edificarono in Italia, Malta, Francia e Spagna una grande quantità di chiese, castelli e magioni.
La chiesa di San Bevignate nel quartiere Monteluce di Perugia sta per diventare un importante centro di documentazione per la storia dei Templari in Europa.
Non si poteva scegliere una sede migliore di questa per documentare la presenza sul continente dell’Ordine dei monaci guerrieri, difensori del Tempio di Gerusalemme e dei Cristiani in Palestina. I Templari edificarono in Italia, Malta, Francia e Spagna una grande quantità di chiese, castelli e magioni.
L’Ordine cavallersco possedeva nell’area di Perugia fondi agricoli che amministrava nella chiesa di San Bevignate. Il gruppo di monaci Templari che edificò la chiesa nel 1256 discendeva probabilmente da popolazioni galliche. La chiesa, all’inizio una piccola commanderie isolata, intorno al 1280 assunse un ruolo amministrativo importante nell’Italia centrale come precettoria per la gestione delle terrre e dei beni templari nell’alto Lazio e nel sud della Toscana.
Il ciclo pittorico che adorna le austere pareti della navata e dell’abside di San Bevignate è “a tutt’oggi – secondo lo storico dell’arte Pietro Scarpellini – il più ampio complesso pittorico esistente sui Templari, il più ricco d’immagini che abbiamo a disposizione”.
Tra gli affreschi presenti nell’unica navata della chiesa, nell’abside e nella controfacciata si distinguono il Giudizio Universale, uno scontro a Nablus tra Templari e Musulmani, l’incontro tra San Bevignate e il vescovo di Perugia. Sulle pareti della chiesa, elementi floreali si mescolano a motivi di animali, evocando una complessa simbologia morale. Tutte immagini dal forte impatto simbolico.
Il ciclo di San Bevignate, realizzato tra il 1260 e il 1270 da maestranze locali e dal 1280 dal cosiddetto Maestro dei Dodici Apostoli, di maggiore levatura artistica, si distingue dagli affreschi custoditi in altre chiese templari per la singolarità di alcune scene. “Non sembra che sia stato rintracciato in nessun altra chiesa templare – speiga Scarpellini – un affresco con un gruppo di Templari che indossano gli abiti bianchi dei monaci, anziché i soliti indumenti militari”. Si tratta della scena di un gruppo di Templari con leone rampante nella controffaciata, forse evocativa della leggenda di San Girolamo che risana l’unghia al leone.
La centralità di San Bevignate nella vita religiosa del tempo è testimoniata da una altro affresco con alcuni flagellanti, inserito nella scena del Giudizio Universale. “I monaci di San Bevignate – dice Scarpelliini-, oltre ad amministrare i beni templari, svolgevano anche funzioni di assistenza e apostolato presso gli abitanti del luogo. Così, quando Raniero Fasani istituisce a Perugia nel 1260 il movimento dei flagellanti che predicava la penitenza e la pubblica flagellazione, i Templari diedero ospitalità a Fasani e assorbirono nella loro sede il suo gruppo religioso”. Scarpellini ritiene infatti che tra i flagellanti dipinti si distingue il ritratto di Raniero Fasani.
Dalla sua fondazione fino al XVI secolo, San Bevignate è stato un punto di riferimento nella vita religiosa di Perugia. La chiesa sopravvivendo alla soprressione dell’Odine dei Templari nel 1312, si è trasformata in un monastero femminile gestito dall’Ordine di San Giovanni che imbiancò gli affreschi templari. Nel 1876 la chiesa è passata al Demanio comunale e solo agli inizi del Novecento ci si accorse che sotto le imbiancature si nascondevano gli affreschi. La chiesa rimase per lungo tempo in stato di abbandono come deposito per la legna, canile e infine caserma dei Vigili del fuoco. Bisognerà aspettare gli anni ’40 per l’inizio delle operazioni di restauro del ciclo pittorico eseguito da Luigi Funi. Il lavoro di Funi è stato ripreso negli anni ’90 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Perugia, che però secondo Scarpellini avrebbe “seguito le integrazioni di Funi solo in parte”. Si capisce allora perché una chiesa dalla storia secolare, custode di un patrimonio storico e artistico di primo piano, meriti di essere riscoperta dal grande pubblico. Il centro di documentazione sull’Ordine cavalleresco dei Templari, che sarà aperto nella chiesa di San Bevignate dal Comune di Perugia a lavori di restauro ultimati, si propone questo ambizioso obiettivo. La chiesa diverrà un importante punto di riferimento a livello europeo per lo studio della storia dei Templari. Nella navata della chiesa sarà allestito un punto informatico dotato di un database con notizie su San Bevignate, gli insediamenti templari in Europa e con indicazioni sulle biblioteche e gli archivi dove consultare documenti sul Templari. Gli umbri, inoltre, potranno recarsi nella chiesa per trascorrere ore di cultura e svago intellettuale. San Bevigante diventerà sala pubblica con una capienza di 250 posti a sedere per concerti, mostre e conferenze. Queste iniziative promosse dal Comune di Perugia rientrano nel progetto europeo “Miltes templi” per la salvaguardia del patrimonio dei Templari in Europa. Partecipano al progetto anche l’Università di Perugia, la Soprintendenza ai Beni Culturali dell’Umbria, il Centro di conservazione del libro di Arles (Francia), l’Università di Tarragona (Spagna) e l’Università di Malta.
Le iniziative del Comune di Perugia saranno presentate a maggio in un convegno internazionale intitolato “Il patrimonio monumentale e artistico dei Templari in Europa”, che si svolgerà nella chiesa di San Bevignate con interventi di importanti storici ed esperti dell’Ordine cavalleresco.
Un primo convegno per addetti ai lavori si è già svolto a gennaio nella Sala dei Notari, dove si è discusso delle metodologie di restauro adottate per la salvaguardia degli affreschi della chiesa e per il consolidament del complesso architettonico. I lavori di restauro, che dovrebbero concludersi entro la fine del 2006, prevedono anche la ristrutturazione del pavimento della chiesa. Il restauro dell’abside, di gran parte della navata e di soffitti è già stato completato. Sono in corso d’opera i lavori di consolidamento della faccciata e delle fiancate. San Bevignate si prepara a rinascere.
Mario Forenza
Tratto da “Quattro Colonne”
Mensile della Scuola di Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia Numero 1 – Anno XII – Febbraio 2005