In questa estate 2018 alla “Festa Rinascimentale” del borgo di Solomeo (PG) come di consueto erano presenti molti gruppi in costume storico, che proponevano ai visitatori i mestieri in voga nel Rinascimento e in una sala del palazzo che dà proprio sulla piazzetta, era allestita la bottega del pittore ad opera di Giancarlo Cesarini di Pesaro.

Mi sono fermato ad osservarlo mentre dipingeva ed è stato così gentile da rispondere ad alcune mie curiosità.

Quando è iniziata questa sua passione per le tecniche di pittura più antiche?

Questa passione è nata in me un po’ per caso, premetto che da sempre l’arte ha sempre suscitato in me un grande fascino. Toccare la materia, capirla e trasformarla è qualcosa che mi fa stare bene, diventa quasi un dialogo una continua ricerca del senso delle cose.

 Vasetti contenenti pigmenti, tavolozza ricoperta di pergamena ingessata, spatole in metallo, spatola in legno per la manipolazione della biacca, pennelli di vaio.

Vasetti contenenti pigmenti, tavolozza ricoperta di pergamena ingessata, spatole in metallo, spatola in legno per la manipolazione della biacca, pennelli di vaio.

Ho iniziato frequentando un corso di affresco, il professore era un importante restauratore di affreschi (ora in pensione) che tanto lavorò in Umbria e nelle Marche. Aveva inoltre un laboratorio di restauro di dipinti che io frequentavo con grande curiosità.

Per professione mi occupavo di manutenzioni ed un giorno mi trovai alla pinacoteca di Pesaro a  lavorare all’ interno della sala Bellini, ricca di dipinti su tavola, io da solo in mezzo a quelle meraviglie. La pinacoteca era ancora chiusa al pubblico, era di prima mattina e la debole luce attraversava le persiane andando ad illuminare i campi d’oro di quelle tavole. Le osservavo con grande meraviglia, mi pareva che tutte quelle figure di santi e personaggi fossero chiamati dalla luce ad iniziare la loro giornata. Immagini forti, di grande fede e spiritualità, cariche ancora  di quella forza e di quella energia che la mano del pittore seppe conferirle.

Le guardavo con occhio nuovo, mi pareva impossibile tanta perfezione! Eppure secoli fa qualcuno con le mani le aveva costruite, dorate e dipinte.

Iniziai quindi a frequentare assiduamente la bottega del restauratore tempestandolo di continue domande, volevo imparare e sperimentare tutto. Devo riconoscere che mi aiutò molto, la sua esperienza era davvero straordinaria.

Gli attrezzi del mestiere, il mio banco didattico. Qui posso mostrare alle persone come si prepara una matita, un pennello; si possono ammirare colori puri e apprendere tante curiosità delle tecniche pittoriche medioevali. Qui la tempera all'uovo è la regina.

Gli attrezzi del mestiere, il mio banco didattico. Qui posso mostrare alle persone come si prepara una matita, un pennello; si possono ammirare colori puri e apprendere tante curiosità delle tecniche pittoriche medioevali. Qui la tempera all’uovo è la regina.

Il lavoro portato a termine, il rosso del fondo è cinabro.

Il lavoro portato a termine, il rosso del fondo è cinabro.

E perché nel tempo si è sempre più radicata nella sua esperienza?

Sono passati quasi trenta anni da allora, ed ancora dipingo su tavola, ho iniziato con la tempera acrilica e simil oro,  per poi passare gradualmente ad usare la tempera all’uovo. Questo campo è vastissimo e richiede grande impegno, i primi risultati apprezzabili si hanno dopo alcuni anni di pratica.

Ho iniziato poi a preparare  i supporti, rispettando le carpenterie e le modalità costruttive, usando  Biacca, Cinabro, lapislazzuli,  lacche, oli, resine,  servendomi solo di pigmenti originali ed oro 22-24 kt. Non accontentandomi ho iniziato a fabbricarmi anche i pennelli, (pazzia pura), che uso normalmente per i miei lavori. Gli aspetti degli utensili e delle tecniche giuste sono assolutamente determinanti per la buona riuscita del lavoro. Sono sempre alla continua ricerca, qualcosa salta sempre fuori.  Consulto continuamente trattati antichi, monografie su restauri e risultati di analisi sui pigmenti, è come una febbre che non ti passa più.

 

Quali sono le sue fonti di ispirazione?

Mi ispiro generalmente alla pittura Italiana, dal romanico fino al rinascimento, amo molto la scuola veneta padovana, le grandi croci monumentali lucchesi pisane duecentesche, la trecentesca arte toscana, i riminesi, il romanico umbro, praticamente tutto.

E' uno dei lavori più impegnativi che ho realizzato: graffito di fondo, punzonature, pastiglia, stesure di colori e uso di lacche ed anche il formato, oltre il metro, ha richiesto grande impegno.

E’ uno dei lavori più impegnativi che ho realizzato: graffito di fondo, punzonature, pastiglia, stesure di colori e uso di lacche ed anche il formato, oltre il metro, ha richiesto grande impegno.

 

Può spiegarci il perché?

E’ difficile rispondere a questa domanda, la risposta forse si cela nelle stesse tavole dipinte.

Penso che quando ci si trovi di fronte a queste opere, ci colpisca  molto il senso di silenziosa bellezza, la vista di quei colori straordinari, a cui non siamo più abituati,  l’armonia  e il ritmo compositivo.

Chi le osserva  ha comunque la percezione di essere di fronte a qualcosa di straordinario.

L’Italia è  un paese ricchissimo dal punto di vista culturale, l’alto e il basso medioevo ed il rinascimento hanno  saputo originare veri e propri linguaggi e dando vita a tantissime scuole legate ai  territori. Padovana, Senese, di Camerino, Riminese ecc.

 

Cosa pensa di aver capito della pittura degli “antichi”?

Ho capito che gli antichi pittori avevano una profonda conoscenza tecnica, acquisita dopo lunghi anni di apprendimento con un maestro.  Avevano inoltre una notevole capacità organizzativa e spesso gestivano botteghe con più artisti. Si avvalevano di collaboratori esterni (falegnami, intagliatori e doratori) a cui potevano affidare alcune lavorazioni .

Fare il pittore  era considerato comunque un mestiere, bravi artisti si contrapponevano ad altri meno dotati che spesso lavoravano umilmente al fianco dei maestri dipingendo parti decorative o di minor impegno.

Ho capito che si lavorava, si lavorava tanto.

Piccola icona di scuola riminese fondo oro 22 kt punzonato, tempera all'uovo, terre naturali, biacca, lapislazzuli e lacca.

Piccola icona di scuola riminese fondo oro 22 kt punzonato, tempera all’uovo, terre naturali, biacca, lapislazzuli e lacca.

 

In cosa possiamo ancora oggi considerarli dei Maestri?

Possiamo considerarli oggi come dei maestri sicuramente se pensiamo a tutto ciò che hanno fatto, le conquiste prospettiche e del disegno, del colorito. Le infinite ore di lavoro, la grande perizia tecnica. Gli spostamenti ed i viaggi  per lavoro, i cantieri nelle chiese da affrescare. Se pensiamo alle strade ed alla fatica degli spostamenti, ai pericoli cui  potevano essere esposti, capiamo che si trattava di persone assolutamente  straordinarie, tenaci, di maestri, forse anche di vita.