Da San Felice prende il nome una varietà di olivo autoctona della zona dei Monti Martani, la cui abbondante e selezionata produzione ha ottenuto il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (D.O.P. Monti Martani) – . Proprio nei pressi dell’abbazia è la vasta tenuta agricola di San Felice, oggi gestita dalla locale Comunità Montana, il cui casale è documentato già nel Cinquecento tra quelli appartenenti al vastissimo patrimonio terriero dell’abbazia. Da qui proviene una lapide, oggi collocata all’interno del chiostro, che riporta il nome dell’autore del ciclo di affreschi con la vita di San Felice.
Numerose sono le manifestazioni dedicate all’olio. Oltre a quelle di carattere regionale e nazionale delle “vie dell’Olio”, “Frantoi Apert” e “Pane e Olio in Frantoio”, nel vicino centro di Giano si svolge alla fine di novembre la “Festa della Frasca”, tradizionale celebrazione della fine del raccolto (la buonfinita).
La Monocultivar “San Felice” di Giano dell’Umbria
A Giano l’olivo trova un microclima particolarmente favorevole. Nel 1888 la superficie coltivata ad olivi era quasi il 50% di quella territoriale.
I due olivi millenari di Macciano e Camporeggiano fanno da testimoni. Oggi oltre 700 ettari, 500 aziende e 6 frantoi rappresentano la dimensione moderna dell’olivicoltura Gianese.
Qui si coltiva una varietà autoctona, che dà un olio fruttato, leggermente amaro e con delicate note erbacee.
La “cultivar” si chiama “San Felice” e prende il nome dall’omonima abbazia. Furono infatti i monaci a selezionarla e a preservarla fino ai nostri giorni.
I toni meno accentuati di piccante dell’olio, rispetto ad altre varietà umbre come il Moraiolo, lo rendono adatto per abbinamenti con zuppe, carni bianche e condimenti a crudo.
Oltre all’olio extravergine di oliva le altre produzioni di eccellenza di Giano sono: il vino (Doc e Docg di Montefalco, Doc dei Colli Martani), il tartufo nero, il miele, lo zafferano, il formaggio pecorino, la carne chianina.