Il retablo (impropriamente detto “pala”) d’altare di prete Ilario da Viterbo, rappresenta la prima testimonianza pittorica che narra la storia del Perdono di Assisi. Si tratta di un dipinto su tavola realizzato con la tecnica che riprende molti elementi delle icone bizantine.

Sotto il coloreretablo

Il materiale usato per la tavola è un legno privo di resine: si tratta quasi sicuramente di pioppo, molto compatto e senza nodi. La tavola è composta da sei larghe assi, disposte in senso longitudinale, con le fibre orientate nel medesimo modo. Ad accogliere il colore però non è direttamente il legno: sulla superficie è stata operata la cosiddetta imprimitura. Su un primo strato di colla di coniglio è stato appoggiato uno strato di tela di lino, che ha coperto le linee di connessione delle varie assi. Questo processo aiuta lo strato di colore ad adattarsi meglio ai movimenti del legno. Successivamente sono stati aggiunti una serie di strati di gesso appianati e lisciati insieme alla colla e all’olio essiccativo, quasi sicuramente di lino crudo.

Il colore e l’oro

È stata ipotizzato l’impiego di una tecnica mista nell’esecuzione del dipinto. I pigmenti usati sono la biacca, il blu oltremare (lapislazzuli), il rosso cinabro, l’indaco, l’ocra rossa e il nerofumo.

La tecnica usata da Prete Ilario è quella della sovrapposizione del colore, anche se si inizia a intravedere quella in cui il colore viene steso accostando le varie gradazioni – molto più manifesta nei dipinti di Giotto. Per quanto riguarda le parti in oro, queste sono state applicate con varie tecniche e riccamente lavorate.

Nel disegno non c’è naturalismo: l’anatomia dei personaggi, la prospettiva, il modo di occupare lo spazio, gli elementi naturali e quelli divini sono realizzati con una sorta di costruzione geometrica. Anche la luce non è naturalistica: illumina tutto in egual modo come simbolo della presenza di Dio in tutta la creazione. Il fondo oro, che successivamente nelle altre opere sarà sostituito dal paesaggio, ricalca lo splendore di Dio nella vita dei Santi e nella Storia della Salvezza.

 

Daniela Esposto , iconografa

Bibliografia:

L. Ruggeri e B. Bruni, Il restauro del dipinto di Prete Ilario da Viterbo, in Assisi anno 1300 (a cura di S. Brufani ed E. Menestò), Assisi, 2002, pp. 501-508

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