La Chiesa di San Lorenzo è la più antica del paese, è infatti, menzionata per la prima volta in un documento del 1218 come “ecclesia Sancti Laurentii extra castrum Civitellae “.
La Chiesa era originariamente costituita da un unico ambien te rettangolare con copertura a capanna e da un’abside terminale. Nel corso del tempo ha subito vari cambiamenti:
nel 1693, come risulta da una lapide posta all’interno, fu eretta la cappella di Santa Maria del Soccorso; nella prima metà del settecento furono inoltre costruite le cappelle dedicate a San Filippo Neri e a San Lorenzo. La costruzione di quest’ultima comportò lo spostamento dell’ingresso nel fianco ovest dell’edificio. L’ edificio divenne Chiesa cimiteriale nel 1868, quando il vecchio tempio di San Giacomo e l’annesso cimitero furono smantellati per costruire la nuova Chiesa parrocchiale. Nel 1981-82 i lavori di ampliamento dell’attiguo cimitero rilevarono i resti di una villa romana del IV sec. a.C. con una piccola necropoli di età più tarda (V sec. d.C.).
I resti sono stati però interrati è non sono visibili. La Chiesa, rimasta chiusa per oltre venti anni, è stata riaperta al culto nel 1999, dopo lavori di con della cupola tenuti nel 1990 e successivi lavori di restauro e riqualificazione dell’ area antistante, finanziati dalla Provincia di Roma realizzati nel 2001.
Caratteristiche architettoniche e pittoriche
La Chiesa sorge sui resti di una villa romana nei pressi del cimitero.
L’ambiente riservato ai fedeli è una sala rettangolare con copertura a capanna. Le sue pareti e quelle della cappella centrale sono ricoperte da lapidi in onore dei caduti della la e 2a Guerra Mondiale.
Ai lati della porta d’ingresso sono situate due cappelle: a sinistra quella di San Lorenzo ornata con decorazioni a stucco di gusto settecentesco; a destra quella di San Filippo Neri la cui pala d’altare è stata recentemente mutilata. In questa cappella sono collocate due lapidi in latino deI XVI secolo che recano in basso lo stemma gentilizio della famiglia Malatesta. La cappella centrale, di dimensioni maggiori rispetto alle laterali, è coperta da una cupola ellittica, struttura poco comune nelle province di Roma e Viterbo. Sull’altare la tela originale trafugata è stata sostituita con una copia, che rappresenta la Madonna del Soccorso col Bambino e due angeli che recano in mano i simboli del martirio di Cristo: la croce e la corona di spine. Dietro l’altare recenti restauri hanno riportato alla luce degli affreschi.
La Chiesa è affiancata da un romitorio, menzionato per la prima volta nel 1726 in occasione di una visita pastorale. Al suo interno è riconoscibile un tratto di muro romano.