Il Lago Trasimeno ricopre da sempre un ruolo fondamentale per l’economia della regione: zona agricola estremamente produttiva – si pensi alla Fagiolina del Trasimeno, solo per citare uno degli ortaggi qui coltivati questo bacino d’acqua dolce è naturalmente legato alle attività ittiche oltre che a quelle di tipo turistico. Tra le numerose varietà di pesce che lo popolano – tra cui tinche, lasche e lucci, tradizionalmente impiegati nella gastronomia umbra – un posto di riguardo spetta alla Carpa del Trasimeno, chiamata localmente “regina” e molto apprezzata per la sua carne saporita e compatta. Introdotto con tutta probabilità all’inizio del XVIII secolo, questo pesce ha corpo squamato, piatto e affusolato, e colore cangiante: il dorso è scuro, i fianchi sono dorati o aranciati, mentre il ventre è chiaro, tendente al paglierino. E’ lunga circa 50 centimentri e pesa in media 5 chilogrammi circa. La Carpa del Trasimeno può essere commercializzata intera, eviscerata o a filetti, refrigerata o fresca, con o senza pelle.
In cucina
La Carpa del Trasimeno si prepara alla griglia, in umido o arrosto; se cucinata con finoccho selvatico e aglio, dà vita a un tipico piatto regionale chiamato “la regina in porchetta”.
Abbinamento
Cucinata in umido dà vita a un piatto molto saporito e sostanzioso, da accompagnare con vini rossi di media corposità. Con altri tipi di cottura richiede invece vini bianchi dotati di buona corposità.
Tratto da: I Manuali del Corriere della Sera
La grande cucina regionale – Volume 17: Umbria
2006 RCS Libri S.p.A., Milano