quintanaSi tratta di una rievocazione storica di un’antica competizione equestre in costume d’epoca: una corsa alla Quintana effettuata in Foligno il 10 Febbraio del 1613, in occasione del Carnevale, descritta in ogni particolare dal cancelliere di quel tempo, Ettore Tesorieri. Questo testo era stato trascritto dall’antico documento ed edito nel 1906 dall’erudito folignate Monsignor cronaca locale, del giornale “La Fiamma”, sotto un titolo “Ripristiniamo la Giostra dell’Inquintana” veniva proposta la ripresa della competizione equestre, come mezzo per richiamare forestieri e per rendere più caratteristico il Settembre Folignate: Dell’antico giuoco vengono descritte le fondamentali caratteristiche e l’articolo si conclude con un invito alla Brigata del Turismo il compito di ripristinare la giostra dell’Inquintana. Ma la Giostra trovò il suo tempo e l’opportunità di ripresa solo undici anni più tardi.
Le motivazioni che indussero le persone facenti parte della Commissione, tra le quali anche cultori della storia della città, ad aderire con slancio alla proposta non furono dettate solo dal proposito iniziale, né da una chiara coscienza storico-rievocativa, che tuttavia venne sempre meglio delineandosi nel corso del tempo.
Tutti ne intuirono la dimensione, ma videro soprattutto la possibilità di ritrovare in quell’evento festivo un’occasione di raccordo e di armonia tra tutta la popolazione, nelle mura di una città provata e devastata dagli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale.
Ed un precisa testimonianza di questo proposito, sempre affermato e ripetuto dalle cronache del tempo, è contenuta anche nel “Bando”. Si tratta di una comunicazione rivolta dall’autorità al popolo, relativa a fatti di pubblico interesse o di pubblica informazione. Veniva letto da un addetto, il Banditore; nel passato costituiva mezzo idoneo per rendere di conoscenza comune ciò che in sede di Istituzione veniva stabilito Così come era per il passato, la prima edizione moderna della Giostra ebbe il suo Bando al pubblico,la sera del 14 Settembre 1946, in Piazza Grande, davanti al Corteo dei Figuranti in costume e davanti al folto pubblico ivi raccolto. Fu il Maestro di Campo a darne lettura. L’anno seguente per la stessa cerimonia ne fu replicata la lettura. Nel 1948 venne scelto un altro testo, ma,dal 1949 al giorno d’oggi, quello che si replica è (e non vi è ragione di cambiarlo) quello redatto nel 1947.Dopo soluzioni alternative riguardanti chi dovesse darne lettura, fu deciso nel 1978 per delibera del Comitato Centrale che tale compito spettasse al Sindaco della Città. Decisione sulla quale si tornò, a ragion veduta, nel 1984, allorché si comprese che per quel ruolo era opportuno che fosse visualizzato il personaggio “storico”,
ovvero il “Banditore”, che annuncia la Gara e che lancia la Sfida. Un Cerimoniale che si è sempre effettuato con solennità, e con emozione è vissuto da tutti, figuranti e pubblico, raccolto a Piazza Grande, addobbata ed illuminata…

Ammanniti – Ammanniti vuol dire agguerriti, e trae il suo nome dalla caratteristica dei suoi stessi abitanti: «Sempre ammanniti, et all’ordine unitamente a combattere». Lo stemma attuale è costituito da due spade incrociate in campo rosa.

Badia – Il rione trae le sue origini da un’antica abbazia benedettina, che sorgeva nel luogo dove oggi si erge la chiesa di San Salvatore. Lo stemma attuale, si è delineato nel XIX secolo, e sembra rompere completamente con la tradizione iconografica precedente.

Cassero – Nel Medioevo, non era considerato un rione, ma soltanto una contrada nell’ambito del rione Campo o Fonte del Campo. Lo stemma adottato trova riscontro storico nella cosiddetta “Rocca dei Trinci”.

Contrastanga – Il nome deriva dalla porta di Contrastanga, chiamata così poiché confinante con un laghetto. Nel suo stemma c’era un ponte su uno stagno. Oggi è mutato in tre sbarre.

Croce Bianca – Nome e stemma deriverebbero da un altare sormontato da una croce mauriziana, che si trovava avanti alla chiesa del Suffragio, nel punto in cui dall’attuale via Garibaldi si diparte la via Umberto I.

Giotti – Difficile stabilire l’origine di questo rione. Lo storico Jacobilli le fa risalire a un insediamento militare dei Goti. La storia vuole che nella contrada ci fossero molte osterie, bettole e “scorticatori”. Infatti si diceva: “da Jotti si va per la carne, e vino”.

Mora – Secondo la tradizione orale, ma assolutamente priva di reali riferimenti storici, il rione avrebbe preso nome e insegna da un albero di gelso piantato nella sua piazza principale.

Morlupo – Nel Medioevo, era un fazzoletto di terra compreso nel Rione Contrastanga. È stato annoverato tra i Rioni, conservando il proprio nome, solo nel XIX secolo. L’emblema prescelto, un lupo nero in campo rosa.

Pugilli – I “pugilli” erano un’antica misura di superficie agraria. Il nome del rione risale all’assegnazione di alcuni “pugilli” di terra a profughi di Todi, venuti a insediarsi in questa zona. L’area prima del 1240 era posta al di fuori della cerchia muraria. Lo stemma, un’aquila nera in campo bianco, è un simbolo della ghibellina Todi.

Spada – Il nome del Rione sarebbe derivato dagli Spatarij, un popolo antico che avrebbe occupato la zona e costruito una porta nelle mura della città accanto alla chiesa di San Giovanni dell’Acqua. Su questa porta, detta poi Spataria, sarebbe stata scolpita, e ancora visibile, una spada nuda. L’origine della denominazione, è priva di riferimenti documentari o storiografici.

La Quintana di Foligno
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