Angelo Branduardi e la sua infatuazione per le musiche sacre e profane del Medioevo. Un filo conduttore che attraversa la carriera del menestrello lombardo e che informa la sua imminente uscita discografica, Da Francesco a Francesco.
Doppio album che raccoglie due lavori centrali nella ricerca musicale del nostro, l’opera raccoglie due dischi: Futuro Antico, del 1996 e L’Infinitamente Piccolo, del 1999. Il primo è incentrato sulla rilettura delle canzoni dei trovatori e dei canti devozionali dell’età di mezzo, mentre il secondo è interamente dedicato a San Francesco.
La fruttuosa collaborazione con il gruppo Chominciamento di Gioia e le partiture orchestrali del maestro Renato Serio, rendono Futuro Antico un’opera vitale e ricca di sfumature. L’Infinitamente Piccolo è invece una testimonianza della passione del suo autore: “Francesco era un poeta, amava cantare e aveva anche scritto delle musiche” ebbe a dire Branduardi e il suo mettere in musica le parole del Santo di Assisi (traendo i testi direttamente dalle Fonti Francescane) fu coadiuvato da una serie di grossi calibri della musica nostrana: da Franco Battiato a Ennio Morricone.
Il doppio album, in uscita l’8 giugno, tratteggia un’ideale linea di continuità tra il Francesco di Assisi e quello di oggi, in occasione del Giubileo della Misericordia voluto dall’attuale Papa, ma anche un ponte ideale tra due lavori, in un certo senso dissimili ma speculari, nella carriera del cantautore.
Daniele Bova, “L’Unità” dell’ 08/06/16