La “Festa della fusione del grande cero” è certamente tra le più antiche – se non la più antica – manifestazione in “omaggio” ai SS. Patroni Florido, Amanzio e Donnino. Nel 1032 venne dedicata la Cattedrale di Città di Castello ai SS. Patroni. Ci furono feste, processioni, cerimonie religiose, con grande partecipazione di popolo. Significativa, negli anni successivi (1143), la donazione del Paliotto da parte del Papa tifernate Celestino II proprio precedente al 13 novembre. (Papa Celestino II fu eletto due giorni dopo la morte di Innocenzo II avvenuta il 24 settembre 1143) quasi a sottolineare “l’impegno” dei cittadini di Tiferno all’unione intorno al simbolo Patronale (nel Paliotto infatti vengano raffigurati, nel tassello in basso a destra, i Santi Florido, Amanzio e Donnino). A cimentare il senso di unione delle varie realtà del Contado venne deliberato che in occasione dell’anniversario della data della morte del Santo Florido le Pievanie, le Comunità, le Confraternite, le Università, le Chiese, donassero, secondo le possibilità economiche, quantità di cera per la FUSIONE DEL GRANDE CERO da donare poi ai canonici rettori della Cattedrale di Città di Castello per collocare a fianco della tomba di San Florido.
Il GRANDE CERO acceso il 13 novembre “durava” esattamente 365 giorni, un anno esatto, in modo da ripetere l’anno successivo la “fusione” e la collocazione a fianco della tomba di San Florido. Con il passare dei secoli la cerimonia della “donazione del Cero” si è persa per più motivi, fino a quando la Confraternita del buon consiglio nel 1988 su parere favorevole dell’allora vescovo tifernate Carlo Urru fu ripetuta. Poi di nuovo la cerimonia strettamente legata alla rievocazione storica: le confraternite con le rappresentanze in costumi antichi dei maggiorenti castellani, la professione, la cerimonia religiosa in cattedrale, la donazione all’Offertorio durante la S. Messa, deviò verso una forma di puro folklore.
Con l’anno Giubilare del 2000, le confraternite del contado e più esattamente quelle di Montone, Monte S. Maria Tiberina, Citerna, Morra, Celle, del Buoncosiglio e di S. Spirito di Città, riproposero la “celebrazione” reintroducendo per la domenica antecedente il 13 di novembre la cerimonia pubblica della FUSIONE DEL GRANDE CERO e della successiva consegna in Cattedrale.
Tempi e modi della Festa
Raduno delle confraternite con cappe, simboli, gonfaloni, lampioni, crocefissi provenienti dai Comuni interessati, cerimonia di consegna della cera nella Piazza del Buonconsiglio e fusione del GRANDE CERO alla presenza delle rappresentanze d’epoca: Magistrato, Capitano del Popolo, Priori, Nobili, Armati, Cavalieri, Dame, Armigeri, Soldati, Tamburini, Balestrieri, Gonfaloniere, Rettori delle Università dei mestieri. Il CERO fuso, tolto dallo stampo e collocato su apposita barella portata dai valletti, preceduto dai tamburini, dal Gonfalone di Città di Castello, dei focolieri, armati, cavalieri, maggiorenti e rappresentanti delle Università dei mestieri e figuranti dalle confraternite del territorio, in solenne corteo viene portato in Duomo, fino all’altare del Santo Florido e celebrata funzione Sacra. Dopo la benedizione “Floridiana” il ritorno al Buonconsiglio dei partecipanti per la chiusura della rievocazione.