Emozioni infinite nel Medio Evo, caratterizzato dalle invasioni barbariche, in Umbria il risalire delle popolazioni dalle insidiose pianure verso la montagna, diede vita a degli agglomerati pseudourbani che si garantivano protezione e reciproco sostegno in caso di scorribande (spesso ricorrenti) delle popolazioni barbare. Topograficamente possiamo identificare uno degli antichi insediamenti di questo periodo lungo i pendii di colle S. Angelo, dove oggi si erge il centro storico di Gualdo Tadino. L’organizzazione in quartieri era già evidenziata nel 1200, anche se non poteva ancora essere considerata una realtà giuridica.
In seguito, intorno al quarto decennio del XIII sec. l’imperatore Federico II di Svevia, in transito con la sua corte fece ricostruire una parte della cittadina, che aveva subito due distruzioni, l’ultima dalle quali viene ancora ricordata dalla tradizione popolare come provocata da una donna del contado nocerino chiamata comunemente Bastola, che ridusse in cenere le abitazioni della gente gualdese. L’imperatore Federico le fece così erigere nel 242 una robusta cinta muraria, la quale abbracciava tutta la città per poi ricongiungersi alla Rocca. Vi erano ben 17 torri di difesa e 4 porte: Porta San Facondino, Porta San Martino, Porta San Donato, e Porta San Benedetto. Resta solo quest’ultima – la così detta Porta di Sotto dove si conserva una memoria lapidea del tempo. Anche la città si organizzò ben presto in quattro quartieri, corrispondente ognuno a ciascuna porta, in entità politiche ed amministrative, tanto che si sentì l’esigenza degli editti che attribuivano, tra l’altro mansioni di controllo della gestione urbana. Ogni porta aveva dai 35 ai 50 rappresentanti guidati da un Priore eletto dal consiglio di porta. Le porte avevano inoltre una sede ubicata nell’interno del palazzo del Rettore delle arti e dei Priori. Ogni porta, poi, raccoglieva, entro il proprio territorio, delle arti specifiche che la contraddistinguevano per abilità e buon lavorato. Come in ogni comunità cristiana le ricorrenze religiose erano celebrate con festeggiamenti e cerimoniali di grande rilievo. Dei due pali oggi si ricorda solo quello celebrato in settembre: le quattro porte oggi come allora si confrontano in una serie di gare, ed il corteo storico ripropone le caratteristiche di ogni porta, quali le arti e mestieri facenti parti delle corporazioni. Le gare dei Giochi si articolano in quattro prove: corsa con il carretto, tiro con la fionda, tiro con l’arco, corsa a pelo. Prima i somari con tanto di auriga e frenatore, percorrono a cronometro l’anello dei centro storico. Il secondo gioco consiste nel centrare con la fionda un piatto in ceramica raffigurante il cuore della strega. Il terzo , il tiro con l’arco, ha come bersaglio un tabellone a cerchi concentrici. La quarta gara che è la più bella e avvincente, a volte decisiva, prevede la cavalcata contemporanea dei quattro somari a pelo. E’ al traguardo di questa che l’assegnazione del palio non ha più dubbi.
La rievocazione avviene nei giorni 26, 27 e 28 settembre.
Giochi delle porte
Gualdo Tadino
www.giochideleporte.it