Foligno è stata tra le prime città italiane ad ospitare una tipografia. Il primato regionale in senso assoluto spetta a Trevi, ma Foligno la seguì nel medesimo anno, 1470, con lo scarto di qualche mese. Il tipografo tedesco Johann Numeister da Magonza, con alcuni dei suoi compatrioti che risiedevano a Foligno, in qualità di calligrafi, stamparono, nel 1470 nella tipografia di Emiliano Orfini, l’opera “De bello italico adversus Gothos” di Leonardo Bruni di Arezzo, ma la gemma è rappresentata dalla stampa della “Divina Commedia”, l’11 aprile 1472.
Una tradizione pretende che Johannes Numeister sia stato discepolo di Johannes Gutenberg e che abbia aiutato il maestro nella stampa del Catholicon (1460). Sarebbe sceso in Italia nel 1463 stabilendosi a Foligno. Fece società con il fonditore Stefano di Magonza, che lo aveva preceduto a Foligno, e con Giovanni Papa, e nell’abitazione di Emiliano degli Orfini nel biennio 1470-1472 stampò a Foligno De Bello Italico adversus Gothos di Leonardo Bruni, le Epistolae ad familiares di Cicerone; nel 1472 fu stampata, col finanziamento di Evangelista Angelini di Trevi, la famosa prima edizione della Divina Commedia, prima opera in lingua italiana ad essere stata stampata. Nel 1473 Johannes Numeister, che non fu mai un uomo ricco, fu messo in prigione per debiti.
Ritornò evidentemente in Germania: una preziosa edizione illustrata delle Meditationes di Torquemada del 1479 reca il nome di Numeister e sembra essere stata stampata a Magonza; in questa edizione erano utilizzate in metallo le stesse incisioni preparate in legno per l’edizione romana di Ulrich Han del 1466. La stessa edizione delle Meditationes apparve ad Albi (Francia) nel 1489. Evidentemente Numeister si trasferì in Francia. Oltre ad alcune altre opere stampate ad Albi, il nome di Numeister si ritrova su altre due opere stampate a Lione fra cui un Messale, commissionatogli dall’arcivescovo Carlo II di Borbone, considerato fra i capolavori dell’arte tipografica. L’ultima edizione che porta il suo nome è il cosiddetto Messale d’Uzès stampato a Lione nel 1495.
La “Divina Commedia” di Foligno.
Ma certamente il motore di tutta l’operazione editoriale dovette essere un influente personaggio locale: Emiliano di Piermatteo degli Orfini, medaglista e poi zecchiere pontificio, soprintendente dal 1464 della Zecca di Roma. I bei caratteri della Comedia di Foligno, di disegno e di incisione originali, sembrano ispirarsi a quelli impiegati da Sweinheim e Pannartz prima a Subiaco e poi, soprattutto, a Roma. L’incisione dei punzoni per la fusione del tipo folignate, un romano dall’aspetto vagamente arcaico, grande e rotondo con qualche reminiscenza gotica, fu frutto della collaborazione dello stesso Numeister con Emiliano degli Orfini. La sua mano è ipotizzabile soprattutto nelle maiuscole, il cui disegno rivela una cultura da incisore piuttosto che da calligrafo.
Del Dante di Foligno sono sopravvissuti meno di quaranta esemplari e di questi sono solo 11 quelli attualmente conservati in biblioteche italiane. Quattro di questi sono mutili, tre esemplari sono conservati a Firenze, tre a Roma e le ultime due copie sono conservate rispettivamente presso la Trivulziana di Milano e la Forteguerriana di Pistoia.
Anche all’estero le copie superstiti del Dante di Foligno non sono molte.
Negli Stati Uniti, vengono segnalati solo 9 esemplari. L’ultima comparsa nel mercato antiquario di una Divina Commedia stampata a Foligno è stata ad un’asta a Parigi.
Una delle opere più grandi del pensiero umano, la “Divina Commedia” di Dante Alighieri, fu stampata per la prima volta a Foligno e viene ora riproposta in una ristampa di grande pregio dall’ Editoriale Campi (Foligno – Perugia)
Tel. 075.67o845
Dati editoriali
copertina con elegante legatura in pelle;
pagine 512 in pregiata carta filigranata;
cucitura a filo refe;
formato cm 24×33.
Per approfondimenti leggere: L’alba dei Libri di Alessandro Marzo Magno