Fontana Vivace di Francesco Vignaroli

La vita e gli ideali delle generazioni che nel passato hanno abitato una città è in parte ricostruibile attraverso i tanti segni che queste hanno lasciato negli antichi edifici, pubblici e privati, nelle piazze e nelle strade, nei documenti e nelle opere d’arte. Talvolta però alcuni di questi monumenti sono stati realizzati appositamente per essere il simbolo di questa vita e per tramandare, attraverso il succedersi delle generazioni, la cultura e gli ideali di allora.

La Fontana Maggiore di Perugia è così importante e conosciuta proprio perchè è uno di questi “segni”, consapevolmente edificati per comunicare la memoria di una città e del suo popolo; un monumento che, per la sua raffinata bellezza e la centralità della collocazione nello spazio urbano, è riuscito a mantenere tenacemente questo ruolo per oltre sette secoli.

La costruzione della fontana risale alla seconda metà del XIII secolo, quando Perugia è alleata con la Roma papale e con le altre città guelfe uscite vittoriose nella lunga lotta per la supremazia in Italia, che aveva opposto il Papato all’Impero. In quel periodo Perugia aveva conquistato gran parte dei territori vicini ed emergeva come una tra le città-stato più potenti e ricche del Centro Italia. La vita, i commerci e le libertà della città avevano attratto dalle campagne un gran numero di persone che si erano insediate in nuovi borghi al di fuori delle antiche mura etrusco-romane. Fra i tanti problemi che il forte aumento demografico creava agli equilibri cittadini, quello più urgente era l’insufficienza  delle antiche fonti di approvigionamento idrico, ancora costituite, in gran parte, dai pozzi costruiti dagli Etruschi più di mille e cinquecento anni prima e dalle poche sorgenti naturali dei colli sui quali era arroccata la città.

Così, già dal 1254, si pensa di realizzare un acquedotto che, grazie alle ricche sorgenti del vicino Monte Paciano, plachi la “sete di Perugia”, ma la costruzione prende definitivo avvio solo tra il 1276 e il 1277 e nell’arco di un anno l’opera è portata a termine: il 13 febbraio 1278 l’acqua sgorga per la prima volta dalla Fontana Maggiore.

Sin dall’antichità il luogo di distribuzione dell’acqua era sentito dal popolo come il centro della vita comune. Anche per questo retaggio culturale la Fontana viene realizzata con tanta magnificenza e diviene da subito il simbolo stesso della città. Per la realizzazione dei cicli decorativi vengono chiamati Nicola e Giovanni Pisano, gli scultori più importanti del momento, per dare alla città un segno duraturo che ne celebri la grandezza e, allo stesso tempo, sia l’inizio di un ben più vasto progetto di adeguamento degli edifici e dei servizi cittadini al nuovo ruolo di Perugia nella vita politica ed economica dell’Italia del tempo. Nel volgere dei due secoli successivi, la Fontana vedrà mutare completamente lo scenario attorno a sè: nuovi palazzi e una nuova cattedrale le sorgeranno attorno, trasformando il cuore dell’antica città e dandole la veste urbana che è poi arrivata fino a noi. (pag. 13-14)

 

FONTANA VIVACE  di Francesco Vignaroli, Editrice Fiorentina, 2012, euro 15,00