A tre km dalla città, collegata da un rettilineo che da porta Massari o Ascolana attraversa tutta la piana nursina che prende il nome di Santa Scolastica, la chiesa è edificata all’incrocio della strada che porta verso Ascoli. Sorto su un luogo di antico insediamento romano, di cui rimangono preziose testimonianze, l’edificio ha subito nel corso dei secoli diversi rifacimenti soprattutto a motivi delle rovine causate dai riccorenti terremoti. Accanto alla chiesa fu edificato un priorato benedettino sede di una piccola comunità di monaci e, successivamente, di monache fino all’inizio del settecento quando vi rimase un eremita. Accanto alla chiesa vi erano locali che accoglievano gente di passaggio e pellegrini che venivano a chiedere il dono della pioggia, a ricordo del provvidenziale temporale che la preghiera di Scolastica provocò nella notte dell’ultimo incontro con il fratello Benedetto. Nel sec. XIX fu costruito, accanto alla chiesa, il cimitero di Norcia e l’edificio sacro assunse anche il ruolo di cappella cimiteriale.
La facciata si presenta nella struttura settescentesca con un bel portale e due finestre laterali, così come nelle chiese di campagna, e un’occhio a croce lobata e tetto a capanna. L’interno, a navata unica rettangolare con pavimento in pietra e soffitto ligneo, termina con una piccola area presbiteriale quadrangolare cui si affiancano due piccoli vani che ospitano la sacrestia. Il presbiterio è decorato da stucchi e affreschi seicenteschi che raffigurano i santi Eutizio, Spes, Fiorenzo, Santolo, Feliciano e Costanzo; nella volta Dio Padre con i quattro evangelisti e otto sante; sull’altare una sorta di trittico con i santi Benedetto e Gregorio Magno che affiancano una moderna statua di S.Scolastica, mentre l’antica statua è conservata nel palazzo Vescovile. Nel vano di sinistra è ben leggibile l’antica struttura del tempio e gli affreschi del XV sec. con una santa Scolastica e la clarissa beata Lucia da Valcaldara. Maggiore interesse suscita il ciclo pittorico che copriva originariamente tutte le pareti e che venne riscoperto casualmente nel 1978, alla vigilia delle celebrazioni catenarie della nascita di Benedetto e Scolastica del 1980. Mentre sulla parete destra e sulla controfacciata sono rimaste pochissime tracce, l’affresco si stende per oltre 100 mq sulla parete di sinistra e su quella di fondo con lacune dovute alla trasformazione della chiesa nel sec. XVIII, che suddivide lo spazio delle pareti laterali con arcate e pilastri, e all’opposizione di lastre tombali nei secoli successivi.L’affresco, così come oggi si conserva, narra le storie della vita dei santi Benedetto e Scolastica attraverso dei quadri che rappresentano con grande fedeltà il racconto di Gregorio Magno nel libro dei Dialoghi. L’interessante ciclo pittorico, della metà del sec. XV, venne a coprire affreschi precedenti di cui rimane un volto di S. Scolastica e una bella Madonna in Trono, con i santi Benedetto e Giovanni Battista, attribuita ai fratelli Salimbeni, pittori marchigiani operanti fra le Marche e l’Umbria.