Adagiata su una dolce collina, sovrastata dalla tranquillità dei boschi, a 15 chilometri a sud di Perugia, la cittadina di Deruta, a molti nota per l’impareggiabile produzione di ceramica artistica, apre un ampio panorama che va dal Monte Peglia fino a Perugia, spaziando dalla pianura del Tevere alle colline antistanti. L’origine di Deruta come pure l’etimologia del suo nome appaiono incerte. Le varie ipotesi formulate traggono ispirazione dalle antiche e numerosi denominazioni del luogo, chiamato in tempi diversi Ruto, Ruta, Rupta, Direpta, Druida e infine Deruta. Non sono pervenute notizie certe della Deruta antecedente il periodo medievale, anche se i reperti rinvenuti nelle zone antistanti la città dimostrano insediamenti risalenti all’epoca neolitica. Di non inferiore importanza sono pure le testimonianze di una presenza in epoca Romana, come attestano frammenti di epigrafi, anfore in terracotta, sculture e capitelli per gran parte conservate nel Palazzo Comunale. Si legge che intorno al 990 l’imperatore Ottone III, dovendo remunerare alcuni baroni tedeschi, concesse loro questa terra con il titolo di “nobiles de Deruta”.
Nel 1264 vi muore il pontefice Urbano IV proveniente da Todi e diretto verso Perugia. L’anno 1370 l’esercito della Chiesa, per riportare sotto la propria egemonia le città ribelli di Perugia, Todi, Spoleto, Città di Castello, Gubbio, Viterbo, Ascoli Piceno e altre città invase il contado devastando Deruta e Pontenuovo. Sul finire del trecento Deruta è spesso teatro di scontri militari tra l’esercito perugino e quelli della città dominante. Nel 1400 Deruta passerà insieme a Perugia sotto la signoria di Giangaleazzo Visconti. Nel 1451 furono restaurate le mura cittadine. Le mura vengono ridotte in corrispondenza del lato nord-est, verso il colle della battaglia. In località “Le Cerquelle” erano ancora visibili, verso la fine del settecento, alcune tracce dell’antica fortificazione. Tra il 1456 ed il 1477-78 Perugia fu devastata da gravi pestilenze e Deruta registrerà ingenti perdite tra la popolazione. Nell’ottobre-novembre dell’anno 1500 alloggia a Deruta parte dell’esercito del Duca Valentino causando gravi guasti alla cittadina. A risarcimento dei danni subiti i derutesi verranno esentati dal pagamento dei dazi per 5 anni. A partire dalla metà del cinquecento anche Deruta, come Perugia godrà di un lungo periodo di pace, durante il quale riorganizzerà la sua vita politica e sociale. La produzione della maiolica raggiunge in questi anni il massimo sviluppo e la più ampia diffusione.
Del vecchio castello rimangono alcuni tratti di mura, gli archi delle tre porte di accesso e le caratteristiche vie medioevali attraverso le quali si accede a Piazza dei Consoli dove si trova l’omonimo palazzo, ora sede municipale, la cui torre trecentesca è adorna di bifore romaniche. Qui hanno sede il Museo della Ceramica, dove sono raccolti e catalogati bellissimi esemplari di antiche maioliche locali, e la Pinacoteca con pregevoli dipinti di varie epoche. Di fronte alla palazzo comunale sorge la Chiesa romanico-gotica di S. Francesco con annesso convento ove, il 2 Ottobre 1264, mori Papa Urbano IV. Il campanile del XIV secolo è a bifore oginali e l’interno, a una navata con abside poligonale, con tiene numerosi affreschi di scuola senese tra i quali vanno evidenziati il martirio di S. Caterina di Alessandria (1339), protettrice dei ceramisti derutesi che ne celebrano la festa il 25 novembre,ed una Madonna, Bambino e Santi di Dornenico Alfani. Nella vicina Piazza Benincasa sorge la Chiesa di S. Antonio Abate al cui interno è conservato un affresco, raffigurante una Madonna della Misericordia ed i Santi Francesco e Remardino, di Bartolomeo Caporali mentre nel nicchione posto a contorno dell’altare maggiore, sono visibili 4 storie di S. Antonio affrescate da Bartolomeo e C.B. Caporali ispiratisi ai motivi dei Signorelli nella Cappella di S. Brizio situata all’interno dei Duomo di Orvieto. Sull’altare Maggiore fa bella mostra di sé una statua di S. Antonio, in ceramica policroma, del XV secolo.