Il centro, situato su un colle nel margine orientale della Valle di Spoleto, è conosciuto da tempi remoti per le sue fonti: le Fonti del Clitunno, decantate da Virgilio a Giosuè Carducci. Il territorio abitato già in epoca umbra e dal 434 a.C. dagli Etruschi, non fu mai dominato da un unico ed importante insediamento urbano, ma fu costituito (com’è ancor oggi) da numerosi piccoli villaggi e castelli, sparsi nella campagna e fra i boschi delle montagne, ognuno con la propria gente, la propria chiesa e la propria cultura. Di probabile origine Romana, prese il nome da un castello eretto da Rovero, Barone di Chapeux, nel 925, venuto al seguito del duca Franco di Spoleto, Guido. In seguito, Rovero, ricevette l’investitura di conte dall’imperatore Lamberto.
I conti Campello erano signori del suddetto castello, della rocca della Spina e di altri otto villaggi sparsi in un vasto territorio denominato, nell’XI-XII sec., “Gualdi Rainieri“. Attivi sostenitori dell’Impero contro la Chiesa, ai tempi di Federico II, furono duramente condannati nel 1226 da papa Onorio III che definì uno dei Campello : “Tancredi Filius Delial” (figlio del diavolo). Nel 1341 il castello venne messo a ferro e fuoco e sottomesso da Pietro Pianciani, gonfaloniere di Spoleto. Riconquistato dai Campello, nel 1390, nel XVI sec. la comunità del castello si diede propri statuti e passata, poi, sotto il dominio della Chiesa, entrò a far parte del Ducato di Spoleto, condividendone le vicende storiche.
Il capoluogo del Comune è La Bianca, posto a circa un chilometro dalla SS. Flaminia, e formatosi agli inizi del 1500 nei pressi di un’edicola in cui vi era un affresco raffigurante la “Vergine col Figliolo” entrambi candidi di carnagione e biondi di capelli. E fu proprio questa immagine, secondo la tradizione, che suggerì alla comunità del vicino castello di Campello di erigere, in suo onore, il santuario che, autorizzato nel 1516 dal vescovo di Spoleto Francesco Eroli, cominciò a vedere un afflusso sempre maggiore di pellegrini. Nel corso degli anni il paese sorto intorno al santuario, assunse sempre più consistenza e, nel 1887, fu qui trasferita, dall’antico borgo sul colle, la sede comunale, dov’è ubicata tutt’oggi.
La piazza di La Bianca è il centro del paese e qui si affaccia la chiesa della Madonna della Bianca. Interamente costruita da maestranze lombarde, presenta un magnifico portale in pietra del 1521, opera di mastro Cione e di mastro Taddeo di Como. La torre campanaria fu aggiunta nel 1617. L’interno, a croce latina, sormontato da una cupola, fu restaurato nel 1797 su progetto del Valadier, sovrapponendo elementi del nascente gusto neoclassico a quelli rinascimentali. Qui sono custoditi un grande affresco di Fabio Angelucci da Mevale, del 1574; tele del XVI-XVII sec.; in sagrestia affreschi del primo ‘500 di scuola dello Spagna e preziosi arredi e mobili.
Sempre sulla piazza si trova il Palazzo Comunale, edificato nel 1887 su progetto Tommaso Zenobi di Trevi, con alcune sale affrescate da Coccia di Norcia. Dalla piazza, sei strade partono a raggera e conducono in campagna dove, circondate da alte mura, sorgono belle ville patrizie, tra le quali spicca Villa Campello che custodisce un prezioso teatrino ottocentesco decorato a finti palchetti. Nei pressi di La Bianca si trova il borgo di Santa Maria, che prende il nome dall’omonima seicentesca chiesa parrocchiale, posta in un incantevole paesaggio e al cui interno sono custodite tele del XVI e XVII sec., ed un affresco del XV sec..
A Campello Alto, il castello conserva ancora intatte le sue mura, la porta di accesso ed un grande torrione denominato “Le Carceri“. All’interno del castello meritano una visita la chiesa di San Donato, del XIII sec., con un bel portale arcuato ed un pregevole altare maggiore ligneo in stile Barocco e il vecchio Palazzo Comunale del XIV sec. con belle monofore in pietra. Nei pressi del castello, l’ampio complesso monastico dei Barnabiti, con alcune parti delle strutture medioevali, dove sono custoditi due affreschi del XV sec. di scuola giottesca ed una “Madonna” dello Spagna.
Ad Acera, arroccato tra verdi boschi, il borgo del XIII sec. conserva ancora intatto il suo tessuto urbano medievale con l’alta torre che domina l’abitato e la bella chiesa quattrocentesca di San Biagio rivestita, all’interno , di affreschi votivi del XV serc. A Lenano la chiesa di San Lorenzo con un importante ciclo di affreschi del XIV-XV sec. di scuola spoletina. Scendendo verso la Flaminia, poco prima delle Fonti del Clitunno, troviamo la chiesa di San Sebastiano, eretta nel sec. XVI, custodisce un grande affresco del 1528, una delle ultime opere di Giovanni di Pietro detto lo Spagna, a cui collaborò anche suo genero Jacopo Siculo; ed altri affreschi di scuola locale del XVI sec.
Poco più avanti il tempietto del Clitunno. Edificato tra il IV e V sec. d.C. sopra i resti di un sacello pagano, il tempietto è costruito con materiali di recupero romani. E’ composto di due ambienti sovrapposti: il primo, a livello del suolo, funge da cripta e fa parte della primitiva costruzione pagana; il secondo fa parte della ricostruzione alto medievale. Molto bella la facciata con un portico a quattro colonne e il timpano scolpito a bassorilievo; all’interno del portico, numerosi reperti romani e nella cella, coperta a botte, pregevoli affreschi del VII sec., ritenuti i dipinti sacri più antichi dell’Umbria. Nei pressi, le Fonti del Clitunno, incantevole luogo frequentato già al tempo dei Romani. Pissignano, tipico esempio di castello di pendio, edificato tra il XI e XII serc. e di cui è ancora possibile ammirare le possenti mura difensive, le torri poligonali, il cassero fortificato del XIV sec., l’antico palazzo Comunale del XV sec. e la ciquecentesca chiesa di San Benedetto. Proseguendo dal castello, in salita, si arriva a piedi all’eremo francescano che domina il colle di San Benedetto, vera oasi di pace e tranquillità, nei cui pressi si ergono i resti imponenti di una torre sillana ed una chiesa con piccolo chiostro del ‘400.