Eseguito da Arnolfo di Cambio dopo il 1282 per la chiesa di S. Domenico a Orvieto.
Il cardinale Guillaume de Braye – membro illustre della corte di papa Martino IV, che più volte soggiornò a Orvieto – è rappresentato disteso sul letto funebre, con ai lati due chierici che chiudono le cortine della camera mortuaria.
 

La struttura

Il feretro è sormontato dalle stuatue della Madonna con Bambino. San Domenico e San Marco, con il cardinale orante.
Questo è quello che vediamo oggi, dopo l’ultima ricomposizione.

Da quanto è rimasto si intuisce che l’opera costituiva un primo, splendido esempio di quella fusione di architettura e scultura che caratterizzò alcuni dei successivi capolavori di Arnolfo, e che i restauratori hanno dovuto faticare non poco per offrirne una ricostruzione filologicamente corretta.