a melodia italiana, nata dalla tradizione del canto gregoriano e del canto popolare, trova la sua massima espressione nelle laude. Sappiamo che nel medioevo era pratica comune travestire musicalmente testi sacri con musica profana e viceversa. Con questa pratica la Chiesa riusciva a far pregare maggiormente il volgo, ed ancor più quando le melodie utilizzate erano famose.
La musica delle laudi doveva colpire immediatamente gli animi e ciò si poteva ottenere soltanto utilizzando musica e ritmi conosciuti al popolo. Le raccolte più importanti sono il Laudario di Cortona(proveniente cioè dal convento cortonense di San Francesco) e il Codice Magliabechiano II della Biblioteca Nazionale di Firenze.
Ragioni paleografiche fanno collocare il Laudario di Cortona fra il 1260 e il 1297; la stesura delle 46 laude durò nel tempo, come accadde per molte compilazioni simili, e comprende componimenti di età diverse.
Il Laudario del Codice Magliabechiano II, I, 122 contiene testi e melodie comuni ad alcune laude cortonensi ed altre del tutto autonome, che stilisticamente appaiono posteriori. Apparteneva alla Confraternita di Santa Maria e la sua redazione è da collocarsi fra il 1310 e il 1340, ma alcune laude sono sicuramente anteriori (se non altro, quelle comuni al codice cortonense). Le 20 laude comuni risultano “abbellite” da virtuosismi vocali, mentre quelle nuove si presentano più semplici e sobrie. Talune utilizzano una melodia già appartenente ad altra lauda. Il prezioso codice fu ritrovato nel 1876, abbandonato in una libreria in condizioni deplorevoli, da Girolamo Mancini, bibliotecario della Biblioteca dell’Accademia Etrusca e del Comune di Cortona. Rimasto nascosto per secoli, consunto ai bordi e mancante di fogli di guardia, fu ripulito, rilegato e catalogato col numero 91; tuttora conservato nella stessa Biblioteca, rappresenta per la città di Cortona motivo di vanto e di prestigio, costituendo, almeno finora, la testimonianza più antica di melodia su testo in lingua volgare italiana, nonché un importantissimo documento letterario.