Questi giorni la città di Perugia con il suo stupendo centro storico (Piazza 4 Novembre), la Rocca Paolina e l’ Abbazia di Montelabate è teatro del set per la serie tv diretta dal regista Giacomo Battiato e dedicata a “Il nome della rosa” di Umberto Eco.
In Piazza 4 Novembre è stato messo in scena il rogo di Pietro da Todi arso vivo per ordine dell’inquisitore Bernard Gui, interpretato da Rupert Everett. Nel cast anche John Turturro nel ruolo di Guglielmo da Baskerville, monaco francescano del XIV secolo chiamato ad indagare su una serie di omicidi.
Erano tempi assai cupi con avvenimenti straordinari e dove le sfide erano davvero terribili e cruente, ma non molto lontane da quelle che viviamo oggi! Basti ricordare le lotte, non soltanto ideologiche o teologiche, tra i Francescani e il Papato quando la stessa Perugia ospitò il Capitolo del 1322 di cui parla anche l’opera di Umberto Eco. In quella occasione i Francescani difesero le loro tesi sulla povertà di Cristo e degli Apostoli, come singoli e in comunità. Resero pubblico il manifesto francescano di Perugia (più precisamente, due lettere encicliche scritte dal Capitolo e indirizzate a tutti i frati) che venne però condannato dal papa e lo scontro tra Michele da Cesena e Giovanni XXII fu irreversibile dando vita a vere e proprie “caccia alle streghe”, le voci anche più innocenti furono messe a tacere attraverso le scomuniche oppure le condanne a morte.