Medioevo definisce il lasso di tempo di quasi dieci secoli, dal VI al XV compreso, ma per quel che riguarda la gastronomia il tempo si restringe notevolmente perché i ricettari che ci hanno lasciato i cuochi del passato e da cui possiamo dedurre come fossero l’alimentazione, i gusti, la tavola dei nostri antenati, risalgono più o meno al Trecento.

È opinione comune che la cucina medievale fosse rozza e poco raffinata; che si riversasse sugli alimenti un quantitativo enorme di spezie per coprirne l’odore e il sapore di avariato; che le persone si cibassero esclusivamente di carni arrostite su grandi fuochi, magari un po’ troppo sanguinolente o al contrario ridotte a dei pezzi di carbone. Ma non è così!

Per lo meno per la cucina tardo medievale mangiare rappresentava una ricerca costante di sapori, colori, abbinamenti, il tutto finalizzato a dare il massimo piacere possibile.

Ricetta dopo ricetta potrete vedere che la cucina medioevale era un’arte che richiedeva molta dedizione e molta inventiva. Ma soprattutto scopriremo sapori inconsueti come la delicatezza del latte di mandorle o dell’acqua di rose, la forza dell’agrodolce, il fascino esotico di spezie perdute.
Gli uomini e le donne del Medioevo erano senz’altro dei forti mangiatori e per i loro pasti e soprattutto per i loro banchetti venivano realizzate enormi quantità di piatti. Il gusto dell’epoca prediligeva la sovrapposizione dei sapori, tipico è il caso dell’agrodolce, e il largo uso dello zucchero e delle spezie.

Navigando… la redazione di medioevoinumbria.com ha scoperto alcune ricette adatte a tutti coloro che in periodo di vacanza vogliono ricreare la cucina della seconda metà del ‘200.