Marsciano (PG)
È un piccolo castello di poggio limitrofo ad un antico insediamento monastico benedettino, del quale ne fu posto a difesa (come il castello di Vallingegno di Gubbio).
Nel 1040 curtis S. Marie Apollinaris fu donata all’abbazia di Farfa e rappresentò un insediamento strategico di difesa verso Todi soprattutto per coloro che percorrevano la strada per Roma.
ll priorato di Sant’Apollinare con tutti i suoi beni fu concesso in enfiteusi nel 1118 da Enrico V di Franconia (1081-1125), tramite Bernardo VIII abate di Farfa, al monastero di San Pietro di Perugia, mentre l’acquisizione vera e propria avvenne nel 1130 insieme all’area del Trasimeno (Montemelino, Corciano e Isola Polvese).
Nel catasto del 1258 e del 1282 era classificato come villa S. Apollnaris nel contado di porta Eburnea e contava ben 290 abitanti che nel giugno del 1283 salirono a 385. Il notevole calo demografico che subì nel secolo successivo fu da imputare, come per tutti i castelli del contado, alle carestie del 1318-19 e del 1328-29, al terremoto del 1328 (2.000 morti in Umbria), alla pestilenza del 1399 e alla forza di attrazione che esercitava Perugia dove esistevano maggiori possibilità di intraprendere un’attività commerciale. Prima del 1312 il complesso benedettino venne fortificato e assunse la fisionomia castellana. La costruzione di mura da parte dei priori perugini ebbe il duplice scopo di dar sicurezza ai contadini, favorendo la loro residenza nei terreni circostanti, e di creare al tempo stesso alcuni centri di difesa e di controllo lungo un tracciato viario.
Nel 1370, però, era menzionato come villa S. Apollnaris, per cui l’apparato difensivo aveva certamente subito notevoli danni. Prontamente fortificato, nel 1398 i magistrati perugini ne ordinarono la distruzione insieme a Casalina, in seguito all’uccisione di Biordo Michelotti da parte dell’abate di San Pietro Francesco Guidalotti aiutato dai suoi fratelli Giovanni e Annibaldo. Nel 1411 era feudo di Pietro di Paolo I Graziani (I ramo); il 14 maggio 1416, dopo un attacco contro Perugia risolto sfavorevolmente, Braccio Fortebracci occupò la rocca di Sant’Apollinare compiendo saccheggi e distruzioni.
La rocca fu ricostruita con tenacia: nel 1438 era infatti classificata come castrum con 125 abitanti che scesero a 95 nel 1456. Negli anni successivi si ripopolò toccando i 195 residenti nel 1495.Attualmente appartiene alla Fondazione Agraria, ente morale autonomo costituito sotto l’autorità dello Stato per la gestione del patrimonio della soppressa Casa religiosa dei Benedettini.