Per la storia della scultura, le aree di maggior interesse risultano quelle centro-meridionali, specialmente ad oriente del Tevere.
A Narni, il portale laterale del Duomo, quello di San Domenico e il portale del San Nicolò a San Gemini (oggi al Metropolitan Museum di New York) sono creazioni ispirate direttamente a modelli romani classici e situabili nella prima metà del XII secolo.
Un poco più tardi, sono i rilievi del portale e i capitelli dell’interno di Santa Maria a Lugnano in Teverina, i portali di Santa Maria in Pensole sempre a Narni e di San Giovanni di nuovo in San Gemini.
I famosi rilievi profani del palazzo comunale di Narni sono invece lavori arcaizzanti molto più tardi, della fine del XIII secolo.
A Terni vanno ricordati i due rilievi di San Tommaso, della prima metà del sec. XII, di chiara impronta wiligelmica. Ma è nell’area spoletina che si ha lo sviluppo più originale della scultura in pietra, con caratteri se non unitari, almeno riconducibili a precise fonti figurative. Al nucleo più compatto di opere, databile tra la seconda metà del XII secolo e la metà circa del ‘200, appartiene il bel rilievo con il Martirio di San Biagio (ora nel museo archeologico), dove motivi stilistici antelamici, come la tipologia delle figure e il potente rilievo, sono tuttavia addolciti dalla finissima decorazione lineare delle vesti; il portale del Duomo di Spoleto (fine sec. XII), che offre una particolare interpretazione del romanico, con uno spirito nuovo del rilievo, di gusto vivace e massiccio, gremito di episodi realistici; la facciata di San Pietro, i cui rilievi più antichi con le storie del santo e le varie allegorie (fine XII sec.) sono collegabili ad esempi padani, ma, almeno nei momenti migliori, temperati da un sentimento ritmico della forma, di origine classica. In questa direzione, i maggiori capolavori si riscontrano nelle sculture del fronte della chiesa di San Felice di Narco in Valnerina (1196 circa), evidentemente usciti da una bottega assai prossima a quella operosa in San Pietro, ma di più raffinato senso lineare, i rilievi attorno alla rosa di Santa Maria di Ponte di Cerreto (forse del 1201), firmati da un Maestro Petrus, gli altri assai simili di San’Eutizio e l’altare della chiesa di Sant’Eufemia.
Altro gruppo relativamente omogeneo si ha presso Foligno. Per questa zona, abbiamo un Maestro Binello che ci dà un’interpretazione abbastanza rude dei tralci di vite nel portale di San Silvestro a Bevagna (1195) e, pochi anni più tardi, con un altro artefice, Rodolfo, opera nel portale dell’antistantechiesa di San Michele, con un gusto più composito e raffinato dell’intaglio.
Sempre loro, forse, li ritroviamo nel 1201 nel portale laterale del Duomo di Foligno, dove però il senso plastico è ben altrimenti sentito e la qualità considerevolmente più alta. Alla stessa cultura appartiene il bel portale di Santa Maria Maggiore a Spello. Altro monumento insigne il San Rufino ad Assisi: nella ricca ornamentazione plastica della facciata appare lecito distinguere tra il lunettone in pietra rosa, che per i caratteri arcaizzanti potrebbe appartenere ancora ad una prima fase dell’esecuzione del monumento (dal 1141), ed il resto dei vari rilievi aggiunti al momento della costruzione della facciata “a scacchiera”, portata a compimento nei primi decenni del duecento. Poco offre invece l’Umbria settentrionale. Di notevole a Perugia è soprattutto il bell’architrave della chiesa di San Costanzo (prima metà del sec. XII), mentre nel tesoro del Duomo di Città di Castello è un insegne paliotto in argento (XII secolo inoltrato), di squisito lavoro in oreficeria, di artefice romanico che rievoca la carolingia-ottoniana. Altro settore molto interessante è quello delle sculture lignee, in particolare i cosiddetti gruppi della “Passione” diffuse in tutta la regione, ma di cui purtroppo solo relativamente pochi esemplari si conservano ancora nei luoghi d’origine. Ma la stagione più ricca e più fertile di opere per la scultura è quello che si svolge dalla metà circa del ‘200 fino alle soglie del ‘400.
A contribuire a questo forte sviluppo fu certamente il pieno fiorire della civiltà comunale, in particolare in alcuni centri come Assisi, Perugia, Orvieto. Le opere di maggior rilievo, oltre chiaramente la Fontana Maggiore di Perugia e le attività in Umbria di Arnolfo, le sculture frammentarie del Duomo di Todi (1290 circa) e il grande cantiere per la facciata del Duomo di Orvieto. Qui, sono state individuate due personalità dominanti: una più arcaica, rintracciabile anche nel bellissimo monumento funerario a Benedetto XI nel San Domenico di Perugia; l’altra, di gusto più moderno, viene identificata dai più nel senese Lorenzo Maitani. Secondo altri, ambedue gli artisti, potrebbero essere invece umbri: in particolare il secondo, il cosiddetto Maestro Sottile, intorno al quale si potrebbe raggruppare tutto un settore della produzione lignea, tra cui i due famosi Crocifissi del Duomo e di San Francesco ad Orvieto. Tutta la storia della scultura lignea policroma, cioè il genere plastico più praticato in questa zona d’Italia, resta comunque assai incerta.
Si può tuttavia dire che accanto al protrarsi di temi e tipologie romaniche, come nei gruppi lignei delle famose Deposizioni (una di fine XIII secolo, proveniente da Roccatamburo, e oggi nel Museo della Castellina a Norcia) e nella serie di Madonne col Bimbo in cui si perpetuano i vecchi schemi frontali del XII secolo (presenti soprattutto nell’area della Val Nerina e di Foligno), appaiono nuove tipologie e nuove cadenze stilistiche. Queste sono assai evidenti in un altro gruppo di Madonne, di dichiarata discendenza gotico-francese, come il bellissimo esemplare della sacrestia del Duomo di Spoleto o la squisita Madonna in avorio del tesoro di Assisi, databile ai primi del XIV secolo. Per quanto riguarda l’area meridionale appenninica, il reperto più consistente resta il portale della Chiesa di San Benedetto a Norcia (1389), i cui singolari tratti stilistici sono da collegare al mondo artistico abruzzese.
Nell’Umbria centro-settentrionale, le testimonianze della scultura lignea sono meno frequenti che nelle aree a sud. Uno dei reperti di maggiore interesse, sembra essere una Madonna, databile agli inizi del ‘300, oggi presso la sede della Banca d’Italia a Perugia. Quanto alla grande scultura in pietra, oltre ai bellissimi capitelli del Duomo di Todi (seconda metà del ‘200), l’opera più significativa è ravvisabile nel grande portale del Palazzo dei Priori a Perugia, edificato verso la metà del XIV secolo. In esso operano vari artefici, tra cui, il più studiato, colui che eseguì le tre statue dei protettori nel lunettone, autore di altre bellissime sculture lignee (la Madonna col Bimbo proveniente da Sant’Agostino e oggi nella Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, il Santo Vescovo del Museo del Bargello a Firenze e l’Angelo del Museo di Cascia).