È un film in cui Zeffirelli, riassumendo quelle esperienze culturali con cui aveva già portato sulle scene teatrali il testo scespiriano, le ha filtrate alla luce di una calda sensibilità cinematografica sorretta, per un verso, da un raffinato impegno stilistico, per un altro verso da un intelligente senso dello spettacolo, conciliando i più saldi valori di Shakespeare autore letterario con i suoi più robusti e concreti valori di autore popolare, aperto ad ogni pubblico, in qualsiasi epoca.
Per conciliare questi valori che, spesso, in molti autori sono in contraddizione, Zeffirelli ha puntato sulla cifra realistica della tragedia, proponendoci l’amore di Romeo e Giulietta e le fazioni veronesi che lo avviano a conclusioni fatali in un clima che ricorda da vicino quello délla gioventù beat di oggi, evitando perciò ogni romanticismo, ma dando egualmente spazio ai sentimenti dei due giovani innamorati, messi dolorosamente in contrasto, loro così teneri e fragili, con la rissosa e spietata durezza dell’ambiente che li circonda.
Questo amore e, nello stesso tempo, queste risse violente che vi esplodono attorno, sono le pagine più valide del film. Questo film si può senza dubbio considerare una delle opere più colte, robuste e nello stesso tempo “popolari” che siano mai state tratte da Shakespeare. Tra i meriti, i corposi e concreti costumi di Danilo Donati, l’ispirata, dolce, ma anche severa musica di Nino Rota, la splendida fumosa e nebbiosa fotografia ora realistica, ora pittorica di Pasquale De Santis e, per l’edizione italiana, anche più schietta e più vivida di quella inglese, l’asciutta, disinvolta e niente affatto libresca traduzione di Masolino d’Amico che ha saputo tenersi in esatto equilibrio tra la poesia e la lingua “parlata” di oggi.
I protagonisti, Olivia Hussey e Leonard Whiting, per la prima volta nella storia delle rappresentazioni del Romeo e Giulietta, sono due autentici quindicenni come Shakespeare li aveva immaginati. Ricchi solo di grazia e di candore nell’edizione inglese (in cui recitavano con evidente inesperienza), doppiati qui da Giancarlo Giannini e da Anna Maria Guarnieri, si impongono con più saldo e più conscio calore.


La trama

A Verona le due famiglie dei Montecchi e dei Capuleti, in continua discordia fra di loro, hanno diviso la città in due irriducibili fazioni. La figlia di Capuleti, Giulietta, s’innamora del figlio di Montecchi, Romeo. Non sapendo come superare le difficoltà che ovviamente i loro genitori opporrebbero al matrimonio, i due giovani si sposano in segreto ma Romeo, in seguito a un duello durante il quale uccide involontariamente il cugino di Giulietta, viene bandito da Verona. Frattanto i Capuleti vogliono dare marito a Giulietta. Per risolvere la situazione, il frate che celebrò il matrimonio segreto consiglia Giulietta di bere una pozione dall’effetto di morte apparente, poi penserà lui ad avvertire Romeo. Ma questi, poiché il frate non è riuscito a parlargli, venuto a conoscenza della morte di Giulietta corre al suo sepolcro, dove la compostezza, la serenità, la verginale bellezza della diletta sposa lo colpiscono intensamente. In questo momento di estremo sconforto, mentre il suo cuore ribolle d’amore sincero, si dà la morte. Quando Giulietta si ridesta, trova il cadavere del suo Romeo e, disperata, si uccide a sua volta. Infine le due nobili famiglie abbandonano le armi di fronte ai due cadaveri, riunendo il loro amore nel comune dolore.

Romeo e Giulietta (1968)
Titolo originale: Romeo and Juliet 
Regia: Franco Zeffirelli 
Principali interpreti: Leonard Whiting; Olivia Hussey; Milo O’Shea; Michael York; John McEnery; Pat Heywood; Robert Stephens